mercoledì 26 maggio 2010

Obama o Bush?

Oggi si è saputo che Barack Obama ha
a) autorizzato operazioni militari coperte in Africa, Asia e Medioriente
b) autorizzato un attacco missilistico in Yemen
c) deciso di inviare 1200 soldati al confine col Messico
d) minacciato manovre navali militari contro la Corea del Nord

Difendersi non è un diritto, è un dovere. Ma perchè raccontare favole?

domenica 16 maggio 2010

Libertà di espressione


Lars Vilks aveva pubblicato nel 2007 una vignetta raffigurante Maometto con il corpo di un cane. Disegno che è all'origine del presunto complotto per ucciderlo, scoperto due mesi fa in Irlanda.
Nella vicina Danimarca, il caricaturista Kurt Westergaard è stato invece bersaglio di un tentato omicidio nel giorno di Capodanno. Un 28enne, legato alle organizzazioni integraliste islamiche, si era introdotto nella sua abitazione armato di accetta e coltello. Nel 2005 Westergaard aveva disegnato Maometto con le bombe nascoste nel turbante per il giornale danese Jyllands-Posten.
Martedì scorso l'artista svedese è stato aggredito ad una conferenza nell'università di Uppsala; stava tenendo una lezione davanti a circa 250 studenti proprio sui limiti della libertà artistica. Un ascoltatore si è alzato improvvisamente dalla prima fila e si è scagliato contro Vilks. Nel tumulto altre tre persone si sono gettate sul disegnatore. Poco prima l'artista stava mostrando ai presenti un film provocatorio di una coppia di uomini nudi con delle maschere di Maometto in espliciti atti sessuali. Fin da subito alcuni del pubblico hanno cominciato a protestare alzando la voce, poi d'improvviso un uomo è corso verso l'artista e l'ha colpito con una testata rompendogli gli occhiali, senza però procuragli ferite gravi. L'artista è sotto choc. Nel caos è rimasto ferito anche un poliziotto della scorta.
(Corriere.it)

Questo è solo l'ultimo di una serie di episodi nei quali le libertà individuali vengono messe a dura prova (per usare un eufemismo).
Geert Wilders, Magdi Allam, Ayaan Hirsi Ali , Chahdortt Djavann, oltre ai già citati Lars Vilks e Kurt Westergaard sono solo alcuni dei personaggi che hanno in qualche modo "affrontato" il problema islam e che per questo vivono perennemente sotto scorta.
Perchè loro, alle loro radici sono legati.
Loro difendono i loro profeti, i loro "valori", le loro "tradizioni". Ad ogni costo.
Loro.
Mi guardo bene dal difendere una Chiesa che non riconosco come istituzione e che per i motivi più vari è indifendibile anche dal più fervente dei cattolici (e nonostante questo non ho difficoltà ad ammettere che l'attuale Pontefice ha un atteggiamento sicuramente più deciso nei confronti dell'islam, sia rispetto al suo predecessore, sia e soprattutto nei confronti di alcuni suoi subalterni politicamente-idioti che hanno già sostituito il crocifisso con la mezza luna).
Ma qui non si tratta di scegliere tra Chiesa e islam e non si può pensare di "usare" l'islam per combattere la Chiesa (qui puoi trovare un interessante articolo sulle "convergenze" antioccidentali).
La scelta non è tra il burqa e il crocifisso (e anche se fosse, qualunque persona sana di mente non avrebbe esitazioni).
Qui si tratta di scegliere tra la libertà, la ragione, la scienza e il medioevo più buio.

Abbiamo smesso di bruciare le streghe appena 400 anni fa.
Non riaccendiamo i roghi, accendiamo il cervello.


mercoledì 12 maggio 2010

Se non sei mia non sarai di nessuno

Cristina (il nome è di fantasia), 32 anni, in cerca di lavoro, lo aveva conosciuto tramite un amico comune. Lui aveva raccontato di cercare un'addetta alle pulizie. Presentatasi all'incontro, però, la donna aveva capito immediatamente le reali intenzioni dell'uomo, che aveva iniziato a palpeggiarla dicendole che quella del lavoro era soltanto una scusa.
Da allora per la giovane è iniziato un vero e proprio incubo. Per settimane è stata perseguitata dall'uomo con telefonate, sms e pedinamenti.
"Se vuoi stare in pace, parlami che ci mettiamo d'accordo".
Esasperata per la situazione, la ragazza aveva deciso di trasferirsi temporaneamente in un'altra casa di proprietà della sua famiglia, insieme alla sua amica Elisabetta (altro nome di fantasia), 34 anni. Fino al 25 aprile. Quella sera, intorno a mezzanotte, Langellotti ha raggiunto la casa tentando di sfondarne la finestra. Così le due ragazze gli hanno aperto tentando di farlo ragionare. Ma senza successo. L'uomo, che aveva con sé una tanica di benzina, le ha costrette in cucina, scaraventandole più volte a terra, e poi ha iniziato a cospargerle con il liquido infiammabile. Dopodiché ha appiccato il fuoco ed è scappato a bordo di una Fiat Uno. Le vittime non sono riuscite a spegnere le fiamme sui loro abiti da sole, ma sono dovute uscire all'esterno e farsi aiutare dai vicini. Trasportate all'ospedale di Cirié, hanno riportato ustioni di primo e secondo grado alle gambe.
E' stato arrestato dai carabinieri mentre entrava in un bagno pubblico a Lanzo Torinese.
Una storia di ordinaria brutalità, ma resa straordinaria dal fatto che Marco Langellotti, 56 anni, ha 26 condanne passate in giudicato per reati che vanno dallo stupro (per due volte, in un caso nei confronti di minore) alla rapina in villa, dallo spaccio alle lesioni.
26 condanne, ma libero di delinquere.

lunedì 10 maggio 2010

Generazione Italia

Non condivideva lo stile di vita 'occidentale' dei suoi figli, da tempo residenti in Italia e per questo li ha picchiati violentemente, quasi ogni giorno, minacciandoli di morte. Vittima delle aggressioni è stata anche la loro madre, che ha avuto la 'colpa' di difendere i figli. Per questo motivo, un 46enne di origine maghrebina, residente ad Andria, è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.
La maggiore dei due figli, un ragazzo di 16 anni e una ragazza di 20, ha raccontato ai carabinieri che si era fidanzata con un italiano ma che è stata costretta a interrompere la relazione perché 'non gradita' dal padre. Suo fratello era vittima di continui maltrattamenti, invece, perché portava l'orecchino.

I militari del Nucleo radiomobile sono stati attivati da una richiesta telefonica giunta sul 112. Giunti nei pressi dell'abitazione hanno sentito urla provenienti dall'appartamento e, poiché la porta era già aperta, sono entrati e si sono trovati di fronte ad una devastazione totale, provocata dal danneggiamento di suppellettili e alla rottura di piatti e bicchieri. Il 46/enne poi arrestato in quel momento stava malmenando con schiaffi e calci sua figlia, tenuta ferma per i capelli.

I carabinieri hanno quindi bloccato l'uomo e sottratto la ragazza dalla sua morsa. Alla vista dei militari è entrata nella stanza anche la madre della ragazza che si era rifugiata in camera da letto per paura delle violenze del marito. Ai militari la donna ha riferito che le aggressioni dell'uomo avvenivano quasi ogni giorno, a causa della tendenza dei due figli, residenti in Italia sin da piccoli, ad assumere comportamenti e stili di vita prettamente dei giovani del luogo.
(Sky TG24)

A dicembre dello scorso anno, è stato discusso in Parlamento il nuovo testo sulla cittadinanza elaborato dalla Commissione affari costituzionali, che lascia invariato il limite temporale di 10 anni per la richiesta della cittadinanza e si pone l’obiettivo di accorciare i tempi per il suo ottenimento, previa verifica che lo straniero abbia portato a termine un percorso di approfondimento sulla cultura italiana che termina con il giuramento sulla Costituzione.
Il testo «approderà in Aula a giugno». Gianfranco Fini approfitta della sua seconda visita ufficiale in Albania da quando è presidente per rilanciare uno dei suoi principali "cavalli di battaglia", su cui è pronto a spingere per arrivare a una decisione della Camera prima dell'estate.

Basterà al maghrebino un percorso di approfondimento sulla cultura italiana ed il giuramento sulla Costituzione per smettere di picchiare i suoi figli?

mercoledì 5 maggio 2010

La soluzione per tutte le crisi

Vetrine distrutte e lancio di molotov, incendiati due palazzi e una banca: 3 morti.
Il sindacato ha sempre una soluzione pacifica a tutti i problemi.








martedì 4 maggio 2010

Storie di ordinaria follia


VENEZIA, 17 aprile 2010
La seconda moglie gelosa della prima. La violenta lite tra marito e moglie è successa a Santa Maria di Sala. Lui senegalese di 42 anni, con un regolare permesso di soggiorno. La moglie, pure lei senegalese, di anni ne ha 26. Sono entrambi musulmani e la ventiseienne sarebbe la seconda moglie.
Come la loro religione prevede l’uomo avrebbe infatti due mogli. E pare che sia stata un scenata di gelosia della giovane donna nei confronti della prima moglie a scaturire la lite.
Prima solo parole e insulti. Poi spinte e botte, tante botte. Quando le forze dell’ordine sono giunte nell’abitazione della frazione di Santa Maria di Sala la donna era ricoperta di sangue e piangeva per il dolore e la paura. Immediato il trasporto in ospedale. La donna non guarirà prima di 45 giorni, sperando che non sopraggiungano complicazioni.

ZURIGO, 24 aprile 2010
Invitato a un dibattito politico alla tv svizzera DRS, il presidente del Consiglio centrale islamico Nicolas Blancho, ha sostenuto che "picchiare una donna fa parte dei diritti dell'uomo".
La frase di Blancho ha fatto sbiancare in viso l'altro ospite presente in studio, il consigliere nazionale Oskar Freysinger. E un altro consigliere seduto tra il pubblico, Gerhard Pfister, ha invitato Blancho a scusarsi pubblicamente e a prendere le distanze da quanto dichiarato poco prima, in quanto in contrasto con i valori del diritto svizzero.
"Prenda le distanze dalla lapidazione e dalla circoncisione degli organi sessuali delle donne, e da altre cose simili" urlavano i due politici contro il presidente del Consiglio centrale islamico svizzero.
Blancho e' stato zitto per un po' poi, visibilmente in imbarazzo se n'è uscito con la frase "Picchiare le donne fa parte della liberta' religiosa".
"Non devo fornire nessuna giustificazione perche' non ho commesso nessun reato. Ognuno e' libero di credere a quello che vuole, purché si rispetti la legge".

ROMA, 29 aprile 2010
Non portava il velo. Rifiutava di coprirsi il volto quando il marito egiziano invitava gli amici a casa. Una «ribellione» pagata a caro prezzo: a 29 anni una ragazza romana si è ritrovata in un incubo. Anzi, in un doppio incubo: picchiata e anche violentata dal coniuge, un coetaneo che lavora presso un banco di fiori, e privata del figlio piccolo, rapito dal padre durante un viaggio dai nonni in Egitto. Una vicenda andata avanti per quasi un anno, fra minacce, violenze e soprusi. Poi la giovane, disperata per la sorte del bimbo di tre anni e terrorizzata all’idea di non poterlo più vedere, ha deciso di rivolgersi alla polizia denunciando il marito.
Già nei mesi scorsi la ragazza aveva raccontato agli agenti ciò che era stata costretta a subire. Un’escalation di violenze, arrivate al culmine nel gennaio scorso. Grazie a un escamotage, ora al vaglio degli investigatori, il fioraio è riuscito a far rilasciare un passaporto al bambino che ha seguito i genitori dai nonni. Giunti al Cairo, però, il padre ha obbligato la moglie a ripartire per l’Italia. Un viaggio-trappola, un piano messo a punto anche con minacce alla donna: «Te lo riporto morto, piuttosto che farlo ritornare da te», ha detto l’egiziano, intenzionato a far crescere il figlio dai nonni. Le indagini della polizia, con gli investigatori egiziani e il Servizio di cooperazione internazionale, hanno fatto fallire tutto. Dopo una trattativa con i genitori del fioraio, il piccolo è stato consegnato alle autorità del Cairo e imbarcato su un volo per Roma accompagnato da una hostess delle linee aeree egiziane. Ed è stato così che martedì scorso ha potuto riabbracciare la mamma.

Non siamo in Somalia, Nigeria, Arabia.
Siamo a Venezia, Zurigo, Roma.
Siamo in Eurabia.