Eurabia è un mito, uno spauracchio, una speculazione basata sulla speculazione, una finzione costruita ad arte, la proiezione allarmista di una manciata di studiosi e politici della "far right". La destra nasty, cattivissima, sporca, intollerante e xenofoba.
(William Underhill, Newsweek)
"Eurabia" termine coniato dalla studiosa Bat Ye'or, nata in Egitto, cittadina britannica, residente in Svizzera e ripreso e reso incandescente da Oriana Fallaci qualche anno dopo (Un' Europa che non è più Europa, ma Eurabia e che con la sua mollezza, la sua inerzia, la sua cecità, il suo asservimento al nemico si sta scavando la propria tomba).
Un mito. Non esiste.
William Underhill di Newsweek avrebbe potuto andare a Stoccolma e prendere tra le mani una t-shirt di gran moda fra i giovani musulmani: “2030 – Poi prendiamo il controllo”.
Avrebbe potuto vedere come nella penisola scandinava, austera e lontana, dove durante la guerra si ebbero straordinari gesti di protezione degli ebrei, a Stoccolma, Göteborg e Malmö, prima città europea a maggioranza islamica, le comunità ebraiche sono costrette a spendere un quarto del budget in misure di sicurezza. Lì avrebbe scoperto anche il cadavere di Samira Munir, la politica norvegese di origine pakistana minacciata di morte dagli islamisti per la sua difesa dei diritti delle donne. Il suo corpo è stato trovato non lontano dal centro di Oslo.
A Copenaghen avrebbe potuto far visita a Kurt Westergaard, il vignettista che disegnò Maometto col turbante-bomba e che oggi deve vivere con un sistema di protezione che allerta la polizia in caso di pericolo.
Avrebbe potuto recarsi a Bruxelles e apprendere che il primo nome dei nuovi nati non è più da molto tempo François, ma Mohammed.
Avrebbe potuto fare un salto in Italia, dove ci sono circa 30.000 donne musulmane che hanno subito la mutilazione genitale.
Avrebbe potuto vedere con i propri occhi come la croce rossa di San Giorgio sia scomparsa da aeroporti, taxi e pompieri in Gran Bretagna su pressione islamica. La stessa Gran Bretagna che oggi vede triplicare il numero delle corti islamiche.
Avrebbe potuto andare nella moschea El Mouchidine di Osdorp, in Olanda, dove l’imam ha gridato “cani infedeli” ad alcuni studenti appena arrivati in gita scolastica davanti alla locale moschea. Da lì avrebbe potuto passare per Rotterdam, con i suoi quartieri segregati come monoliti e con i minareti dai quali si incita all’uccisione degli omosessuali. Già che c’era avrebbe potuto intervistare quell’insegnante di scuola elementare a Mozaiek che ha raccontato come i suoi studenti musulmani, in visita al museo Anna Frank di Amsterdam, le abbiano detto che “i nazisti avrebbero dovuto uccidere più ebrei”. Nella stessa città dove, oltre a Galileo, arrivarono gli ebrei spagnoli in fuga dall’Inquisizione e oggi invece regna la paura più glaciale.
Avrebbe potuto...
Già cinque anni fa Oriana Fallaci parlava di politica del ventre, «Vi conquisteremo partorendo figli, voi siete in crescita zero, noi ci raddoppiamo ogni anno, Roma diventerà la capitale dell'Islam» avvisava la moglie convertita dell'imam di Carmagnola.
La Fallaci? Pazza, xenofoba, guerrafondaia.
Poi un quotidiano inglese pubblica una statistica che ci riporta alla realtà: nel 2050, un quinto degli europei sarà musulmano.
Quando le sinagoghe e i cimiteri ebraici devono essere sorvegliati come nei paesi islamici dove i mausolei cristiani ed ebraici sono distrutti perché la libertà di espressione e di fede non è un diritto costituzionale, questa è Eurabia.
Quando in Europa critici dell’islam, musulmani e non musulmani, devono nascondersi o vivere sotto la protezione delle guardie del corpo, come Geert Wilders e molti altri, questa è Eurabia.
Eurabia è figlia del ‘palestinismo’ e non mi meraviglierei se un giorno, sotto la bandiera dell’Eurabia palestinizzata, i soldati eurabici corressero a sterminare in Israele i discendenti della Shoah.
Il secondo Olocausto sarà chiamato: ‘Pace, amore e giustizia per la Palestina’ e ‘Liberazione dall’apartheid’”.
Leggendo Newsweek e gli altri campioni del giornalismo liberal si capisce quanto l’America sia ben lontana per capire Eurabia, che è un’idea e un destino più che una geografia o un flusso migratorio. L’oceano separa le certezze ireniche di William Underhill dalla paura che striscia nelle nostre città. Sebbene proprio in Eurabia sia nato l’11 settembre 2001.
E’ a Wilhelmsburg, il quartiere industriale di Amburgo, in tre locali al terzo piano, che abitava e pregava Mohammed Atta, il capo degli attentatori delle Twin Towers. Furono pianificate in Eurabia quel milione di tonnellate di detriti e tremila esseri umani trasformati in un mucchio di rovine fumanti.
(William Underhill, Newsweek)
"Eurabia" termine coniato dalla studiosa Bat Ye'or, nata in Egitto, cittadina britannica, residente in Svizzera e ripreso e reso incandescente da Oriana Fallaci qualche anno dopo (Un' Europa che non è più Europa, ma Eurabia e che con la sua mollezza, la sua inerzia, la sua cecità, il suo asservimento al nemico si sta scavando la propria tomba).
Un mito. Non esiste.
William Underhill di Newsweek avrebbe potuto andare a Stoccolma e prendere tra le mani una t-shirt di gran moda fra i giovani musulmani: “2030 – Poi prendiamo il controllo”.
Avrebbe potuto vedere come nella penisola scandinava, austera e lontana, dove durante la guerra si ebbero straordinari gesti di protezione degli ebrei, a Stoccolma, Göteborg e Malmö, prima città europea a maggioranza islamica, le comunità ebraiche sono costrette a spendere un quarto del budget in misure di sicurezza. Lì avrebbe scoperto anche il cadavere di Samira Munir, la politica norvegese di origine pakistana minacciata di morte dagli islamisti per la sua difesa dei diritti delle donne. Il suo corpo è stato trovato non lontano dal centro di Oslo.
A Copenaghen avrebbe potuto far visita a Kurt Westergaard, il vignettista che disegnò Maometto col turbante-bomba e che oggi deve vivere con un sistema di protezione che allerta la polizia in caso di pericolo.
Avrebbe potuto recarsi a Bruxelles e apprendere che il primo nome dei nuovi nati non è più da molto tempo François, ma Mohammed.
Avrebbe potuto fare un salto in Italia, dove ci sono circa 30.000 donne musulmane che hanno subito la mutilazione genitale.
Avrebbe potuto vedere con i propri occhi come la croce rossa di San Giorgio sia scomparsa da aeroporti, taxi e pompieri in Gran Bretagna su pressione islamica. La stessa Gran Bretagna che oggi vede triplicare il numero delle corti islamiche.
Avrebbe potuto andare nella moschea El Mouchidine di Osdorp, in Olanda, dove l’imam ha gridato “cani infedeli” ad alcuni studenti appena arrivati in gita scolastica davanti alla locale moschea. Da lì avrebbe potuto passare per Rotterdam, con i suoi quartieri segregati come monoliti e con i minareti dai quali si incita all’uccisione degli omosessuali. Già che c’era avrebbe potuto intervistare quell’insegnante di scuola elementare a Mozaiek che ha raccontato come i suoi studenti musulmani, in visita al museo Anna Frank di Amsterdam, le abbiano detto che “i nazisti avrebbero dovuto uccidere più ebrei”. Nella stessa città dove, oltre a Galileo, arrivarono gli ebrei spagnoli in fuga dall’Inquisizione e oggi invece regna la paura più glaciale.
Avrebbe potuto...
Già cinque anni fa Oriana Fallaci parlava di politica del ventre, «Vi conquisteremo partorendo figli, voi siete in crescita zero, noi ci raddoppiamo ogni anno, Roma diventerà la capitale dell'Islam» avvisava la moglie convertita dell'imam di Carmagnola.
La Fallaci? Pazza, xenofoba, guerrafondaia.
Poi un quotidiano inglese pubblica una statistica che ci riporta alla realtà: nel 2050, un quinto degli europei sarà musulmano.
Quando le sinagoghe e i cimiteri ebraici devono essere sorvegliati come nei paesi islamici dove i mausolei cristiani ed ebraici sono distrutti perché la libertà di espressione e di fede non è un diritto costituzionale, questa è Eurabia.
Quando in Europa critici dell’islam, musulmani e non musulmani, devono nascondersi o vivere sotto la protezione delle guardie del corpo, come Geert Wilders e molti altri, questa è Eurabia.
Eurabia è figlia del ‘palestinismo’ e non mi meraviglierei se un giorno, sotto la bandiera dell’Eurabia palestinizzata, i soldati eurabici corressero a sterminare in Israele i discendenti della Shoah.
Il secondo Olocausto sarà chiamato: ‘Pace, amore e giustizia per la Palestina’ e ‘Liberazione dall’apartheid’”.
Leggendo Newsweek e gli altri campioni del giornalismo liberal si capisce quanto l’America sia ben lontana per capire Eurabia, che è un’idea e un destino più che una geografia o un flusso migratorio. L’oceano separa le certezze ireniche di William Underhill dalla paura che striscia nelle nostre città. Sebbene proprio in Eurabia sia nato l’11 settembre 2001.
E’ a Wilhelmsburg, il quartiere industriale di Amburgo, in tre locali al terzo piano, che abitava e pregava Mohammed Atta, il capo degli attentatori delle Twin Towers. Furono pianificate in Eurabia quel milione di tonnellate di detriti e tremila esseri umani trasformati in un mucchio di rovine fumanti.
Certo tutto ciò che hai scritto fa pensare. Però è quasi nulla in confronto all'operato della potente lobby Sionista a cui sono asserviti governi e media Europei. Io rispetto Ebrei, Cristiani, Musulmani, Buddisti, Hindu. Non posso dire di essere contro un credo religioso ma non amo la politica dello stato di Israele il quale ha decine (si dice anche centinaia) di testate atomiche dichiarate, ma si continua a rovistare da anni in Iran per trovarne una. In America il 50% dei miliardari è di religione Ebraica senza contare che solo il 3% della popolazione Statunitense è Ebrea. Non parliamo di Hollywood, dei banchieri e degli studi legali. In Europa i media sono pilotati dalla lobby Sionista e non si può provare a criticarne l'operato altrimenti si viene etichettati come antisemiti (???? ma sanno che cosa vuol dire semita????). L'Olocausto è stato orribile e va ricordato sempre e senza alcuna remora. E' sbagliata invece l'inustria dell'Olocausto costituita ad arte dalla Lobby Sionista per far leva sui sensi di colpa e giustificare azioni terribili contro il popolo Palestinese.
RispondiEliminaNon credo di aver mai scritto post a favore di lobby di qualsiasi tipo; questo post, così come gli altri posti pubblicati anche su altri argomenti, segue una filosofia che va contro lobby, organizzazioni e predicatori vari. Quello che scrivi sugli Ebrei non ho motivo di pensare che non sia vero.
RispondiEliminaIl problema è un altro: per quanto potenti, per quanto inseriti ed in grado di controllare l'economia e la politica, non stanno facendo niente per conquistarci.
Per cambiare radicalmente il nostro modo di vivere quotidiano.
Per farci tornare al medioevo.
Dopodichè, da che esiste l'uomo, poteri più o meno occulti ce ne sono sempre stati e sempre ce ne saranno.
Ma difendiamo la nostra libertà.
Sarebbe ORA che anche noi imparassimo a credere nei nostri valori che NON sono certo quelli degli Africani o Magrebini o rom o Rumeni...basta con queste cazzate...ognuno a casa propria questa è la vera libertà.
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