E' una riforma punitiva il cui disegno complessivo mina l’autonomia e l’indipendenza della magistratura e altera sensibilmente il corretto equilibrio tra i poteri dello Stato. È una riforma contro i giudici che riduce le garanzie per i cittadini.
Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati
La cosa più preoccupante di questo progetto è la sottrazione della polizia giudiziaria alla disposizione del pubblico ministero.
Pier Luigi Vigna, ex Procuratore nazionale antimafia
Un sistema accusatorio parte dal presuposto di un pubblico ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa. Gli occorrono, quindi, esperienze, competenze, capacità, preparazione anche tecnica per perseguire l' obbiettivo. E nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para- giudice.
Il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e Pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri. Chi, come me, richiede che siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell' indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell' azione penale, desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell' Esecutivo. E' veramente singolare che si voglia confondere la differenziazione dei ruoli e la specializzazione del Pm con questioni istituzionali totalmente distinte.
E' necessaria una specie di Fbi anche in Italia?
"Vorrei fare una premessa di carattere più generale sul rapporto magistratura-polizia: ebbene io credo che sia profondamente sbagliata la concezione, che si evince anche dal nuovo codice, secondo cui il Pm è il capo effettivo, addirittura operativo, della polizia giudiziaria. Si è confuso l' organo investigativo con l' organo dell' esercizio dell' azione penale. Il controllo di un Pm che indica alla polizia i modelli giuridici validi e ne controlla l' applicazione è una norma di civiltà, ma il timore che una polizia giudiziaria troppo indipendente possa ledere l' indipendenza della magistratura si è tradotto nella pericolosa e velleitaria utopia di un Pm, magari di prima nomina, superpoliziotto per diritto. E' questa una delle cause della attuale situazione catastrofica, in cui la polizia giudiziaria è indotta a deresponsabilizzarsi, attende istruzioni e si appiattisce sull' inadeguatezza del Pm, divenuto punto di riferimento di ogni possibile errore"
Se negli Stati Uniti la giustizia è più rapida, efficiente e attenta ai diritti della difesa questo dipende anche dallo strumento fondamentale della non obbligatorietà dell’azione penale.
Giovanni Falcone, 3 ottobre 1991
Luca Palamara, presidente dell’Associazione nazionale magistrati
La cosa più preoccupante di questo progetto è la sottrazione della polizia giudiziaria alla disposizione del pubblico ministero.
Pier Luigi Vigna, ex Procuratore nazionale antimafia
Un sistema accusatorio parte dal presuposto di un pubblico ministero che raccoglie e coordina gli elementi della prova da raggiungersi nel corso del dibattimento, dove egli rappresenta una parte in causa. Gli occorrono, quindi, esperienze, competenze, capacità, preparazione anche tecnica per perseguire l' obbiettivo. E nel dibattimento non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specie di para- giudice.
Il giudice, in questo quadro, si staglia come figura neutrale, non coinvolta, al di sopra delle parti. Contraddice tutto ciò il fatto che, avendo formazione e carriere unificate, con destinazioni e ruoli intercambiabili, giudici e Pm siano, in realtà, indistinguibili gli uni dagli altri. Chi, come me, richiede che siano, invece, due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico dell' indipendenza del magistrato, un nostalgico della discrezionalità dell' azione penale, desideroso di porre il Pm sotto il controllo dell' Esecutivo. E' veramente singolare che si voglia confondere la differenziazione dei ruoli e la specializzazione del Pm con questioni istituzionali totalmente distinte.
E' necessaria una specie di Fbi anche in Italia?
"Vorrei fare una premessa di carattere più generale sul rapporto magistratura-polizia: ebbene io credo che sia profondamente sbagliata la concezione, che si evince anche dal nuovo codice, secondo cui il Pm è il capo effettivo, addirittura operativo, della polizia giudiziaria. Si è confuso l' organo investigativo con l' organo dell' esercizio dell' azione penale. Il controllo di un Pm che indica alla polizia i modelli giuridici validi e ne controlla l' applicazione è una norma di civiltà, ma il timore che una polizia giudiziaria troppo indipendente possa ledere l' indipendenza della magistratura si è tradotto nella pericolosa e velleitaria utopia di un Pm, magari di prima nomina, superpoliziotto per diritto. E' questa una delle cause della attuale situazione catastrofica, in cui la polizia giudiziaria è indotta a deresponsabilizzarsi, attende istruzioni e si appiattisce sull' inadeguatezza del Pm, divenuto punto di riferimento di ogni possibile errore"
Se negli Stati Uniti la giustizia è più rapida, efficiente e attenta ai diritti della difesa questo dipende anche dallo strumento fondamentale della non obbligatorietà dell’azione penale.
Giovanni Falcone, 3 ottobre 1991