domenica 31 maggio 2009

Suicidio d'onore


L’avevano buttata in un campo. Sembrava un sacco vuoto, era un povero corpo martoriato, un ultimo, flebile sussulto di vita in una pozza di sangue e sofferenza. L’hanno rigirata, si son ritrovati davanti un volto scarnificato, il naso tagliato alle narici, le orecchie trinciate da due approssimative coltellate, il pube ferito dallo stessa impietosa lama.

Quel che da noi si chiama tradimento in un villaggio curdo, in un ambiente fortemente islamizzato, tradire significa anche soltanto aver rivolto la parola a un estraneo o, peggio, aver subito la violenza di un altro uomo.

Nel 2005 proprio le sollecitazioni dell’Unione Europea avevano spinto il governo turco a cancellare le aberranti giustificazioni legate al cosiddetto omicidio d’onore.
Grazie a quelle attenuanti un padre che assassinava la figlia colpevole di rifiutare nozze combinate poteva contare su un’impunità quasi garantita. Lo stesso valeva per i mariti accusati di aver fatto fuori una moglie adultera.

L’orrore però non scompare, cambia solo nome trasformandosi da omicidio a suicidio d’onore.

Per evitar le nuove pene il padre o il marito chiudono la donna svergognata in una stanza, le consegnano il cappio, l’arma o il veleno scelti per l’esecuzione e restano in attesa. La pressione spietata del clan familiare, la vergogna, la minaccia del disonore ottengono spesso il risultato e il numero degli omicidi/suicidi d’onore resta così fermo a quota 200 l’anno.
(da http://www.ilgiornale.it)

Istanbul, Turchia noi ci andiamo e crediamo di essere in una metropoli moderna al pari delle nostre città, infondo è stata anche dichiarata una delle capitali europee della cultura per il 2010, e invece affonda nel più brutale oscurantismo.

Derya, 17 anni, la sentenza di morte è arrivata via sms: "Hai infangato il nostro nome — scriveva uno dei tanti zii — ora o ti uccidi o ti ammazziamo noi".
Nuran Unca, 25 anni, é stata informata da genitori, entrambi insegnanti(vorrei sapere cosa insegnano). Lei ha resistito per un po', poi si è impiccata nel bagno di casa.
Elif, invece, non ce l'ha fatta a togliersi la vita e ha deciso di scappare. Da otto mesi vive come una clandestina, costretta all'anonimato da un'assurda sentenza di morte emessa per aver rifiutato un matrimonio combinato.

Al vertice Usa-Ue di Praga del mese scorso il presidente Usa nel suo intervento di fronte ai capi di governo dell'Europa ha ricordato l'importanza di fare entrare la Turchia nell'Unione europea. «Sarebbe un segnale incoraggiante, soprattutto sul fronte dei rapporti con i Paesi musulmani: sarebbe il modo per ancorare fortemente questo Paese all' Europa».

Sarkò: «Lavoro mano nella mano con il presidente Obama, ma trattandosi della Ue, spetta ai paesi membri decidere. Mi sono sempre opposto a questo ingresso e continuo ad esserlo: la Turchia è un grande paese alleato dell'Europa e degli Usa. Deve restare un partner privilegiato, la mia posizione non è cambiata».

Che Obama non perda occasione per inchinarsi di fronte ai musulmani è cosa nota; la speranza è che l'Europa abbia la forza di rimanere diritta...

mercoledì 27 maggio 2009

L'altra faccia dell'islam

L’acido solforico è un liquido corrosivo in commercio a basso costo. Si utilizza per le batterie delle auto. Basta un bicchiere in pieno viso e il tessuto della pelle viene divorato in un istante.
I danni funzionali sono permanenti. Spesso si perde la vista, i capelli non hanno più possibilità di crescita e ne è condizionato il movimento facciale. Le persone colpite sono costrette ad alimentarsi di liquidi per mezzo di una cannuccia.
L’acido può penetrare fino alle ossa, intaccando i muscoli. A volte la sua azione devastante continua nel tempo e se gli interventi non sono immediati, in alcuni casi le vittime muoiono. Alcune tentano il suicidio.


C'è un paese dove, a volte, basta rifiutare gli apprezzamenti di un uomo perchè una donna si ritrovi con il volto segnato per sempre dall'acido. Oppure fare uno sgarbo a una famiglia di vicini, o ancora contestare la proprietà di un terreno. In Bangladesh il getto dall'acido sui volti è un modo per farsi giustizia. Funziona anche in India e in Pakistan.

Sono state soprattutto le donne nel mirino di questo genere di violenza. Quelle che hanno cercato di ribellarsi alle regole imposte dalla tradizione. Il primo caso documentato di aggressione con l’acido risale al 1967 quando una giovane venne colpita da un pretendente perché la madre non accettò la proposta matrimoniale dell’uomo. Nel 2002 le donne colpite sono state 485. La maggior parte degli attacchi avviene nelle periferie, tra la gente povera. La donna non può respingere le attenzioni di un uomo, perché il rifiuto viene visto come un insulto alla sua famiglia. Non ha diritto a possedere nulla. E quando subisce questi attacchi, perde anche la possibilità di sposarsi.

domenica 24 maggio 2009

Guantanamo? Con calma



Il presidente Barack Obama ha dato l'ordine di
chiudere entro un anno la base militare di Guantanamo dove sono detenuti presunti terroristi islamici. Gli Stati Uniti intendono «tornare agli standard della Costituzione, anche in un momento di guerra», ha commentato il presidente degli Stati Uniti.
Oltre a ordinare la chiusura di Guantanamo, Obama ha sospeso i processi speciali, come aveva promesso durante la campagna elettorale.

(22 gennaio 2008, il giorno dopo l'insediamento alla Casa Bianca)

Il Pentagono ha chiesto 80 milioni di dollari per trasferire, una volta chiuso Guantanamo, un centinaio dei detenuti e adeguare le strutture carcerarie americane che li dovranno ospitare. I deputati di maggioranza e di opposizione hanno detto di no perché, ha scritto l’Associated Press, “nessuno vuole i terroristi nel proprio cortile di casa”.
(8 maggio 2009)

La Camera dei rappresentati degli Stati Uniti ha approvato la legge per il finanziamento alle guerre in Iraq e in Afghanistan, comprese le operazioni militari antiterrorismo nel Pakistan.
L’ammontare stanziato è di 96,7 miliardi di dollari.
Lo stanziamento approvato non comprende gli 80 milioni di dollari richiesti dal presidente Barak Obama per la chiusura di Guantanamo e il trasferimento in altre sedi dei sospettati di terrorismo.
I legali dell’Amministrazione si sono convinti che è praticamente impossibile processare i prigionieri di Guantanamo con le regole del processo ordinario. Non solo perché le prove ottenute sul loro conto sono arrivate con metodi non utilizzabili in un’aula di tribunale, ma anche perché l’accusa non può fornire informazioni riservate che riguardano più ampie questioni di sicurezza nazionale. “Più guardiamo le commissioni militari – ha detto un funzionario obamiano al New York Times – più non ci sembrano così brutte come il 20 gennaio”.
(10 maggio 2009)

Quasi 100 miliardi per fare la guerra e 80 milioni per chiudere Guantanamo non ci sono??
Però l'aveva detto, "Negli Usa tutto è possibile"...

giovedì 21 maggio 2009

Gabriel

Ucciso a calci e pugni.
Con durezza inaudita: fegato spappolato, milza ridotta a poltiglia, faccia tumefatta, lesioni gravissime nel resto del corpo.
Hanno infierito senza pietà sul povero Gabriel, il bimbo di 17 mesi morto l’altra sera al pronto soccorso dell’ospedale di Imperia dove era giunto agonizzante senza cause evidenti. E fa orrore pensare che a farlo possa essere stata la donna che lo ha tenuto in grembo per nove mesi, o il giovane convivente che i vicini raccontano gentile e premuroso, «come se fosse il vero papà». Eppure, è quello il sospetto che grava sulla coppia. Tanto che ieri la polizia, su disposizione del sostituto procuratore Filippo Maffeo che ha condotto personalmente le indagini assieme al capo della Squadra Mobile Raffaele Mascia, ha eseguito gli ordini di custodia cautelare nei confronti della madre, Elizabete Petersone, 20 anni origini lettone, e del suo convivente, Paolo Arrigo, un commerciante imperiese di 24 anni.
L’accusa è pesantissima: «omicidio preterintenzionale in concorso anche morale con l’aggravante dei futili motivi e ai danni di discendenti»
.
I due imputati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. E ora si prevede una lunga battaglia legale. Perché se con certezza ormai si conoscono le cause della morte violenta, nessuno può dire chi dei due abbia inflitto i colpi mortali.
(da http://www.lastampa.it)

Premesso che i due soggetti in questione sono innocenti almeno finchè il terzo grado di giudizio non stabilisce il contrario, solo una breve riflessione.
Preterintenzione vuol dire oltre l’intenzione, ovvero il soggetto commette un reato diverso da quello previsto al momento di agire.
Omicidio preterintenzionale: stabilisce che “chiunque, con atti diretti a commettere uno dei delitti preveduti dagli articoli 581 e 582, cagiona la morte di un uomo; è punito con la reclusione da dieci a diciotto anni.
Gabriel aveva 17 mesi: come si fa a chiedere un'accusa di omicidio preterintenzionale e scrivere addirittura di accusa pesantissima?
Chiunque sia il colpevole, tra riti abbreviati, buona condotta e sconti vari, COSA PAGA?

lunedì 18 maggio 2009

Vaticano SpA

Si apre per la prima volta sul web e nella storia del Vaticano l’archivio di un monsignore. Dalle mura leonine filtrano migliaia e migliaia di documenti sugli affari finanziari dell’Istituto opere di religione, la banca della Santa Sede, l’impenetrabile Ior che ogni anno offre i suoi utili alla gestione diretta del Santo Padre.
Lettere, relazioni, bilanci, verbali, note contabili, bonifici, missive tra le più alte autorità d’Oltretevere su come il denaro, “sterco del demonio”, sia talvolta gestito in modo spregiudicato da prelati, presuli e cardinali. Ovvero, oltre 4 mila documenti che costituiscono l’archivio di un testimone privilegiato: monsignor Renato Dardozzi, parmense nato nel 1922, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e, soprattutto, per vent’anni uno dei pochi, pochissimi consiglieri dei cardinali che si sono succeduti alla Segreteria di Stato, da Agostino Casaroli ad Angelo Sodano.
Dardozzi ha voluto che dopo la morte, avvenuta nel 2003, il suo sterminato archivio diventasse pubblico. Così dopo anni di ricerche, è ora in libreria il libro-inchiesta (Vaticano Spa, Chiarelettere, 15 euro) che rilegge dalle carte del Vaticano alcuni passaggi cruciali di quegli anni: le tangenti della Prima Repubblica, i soldi a Bernardo Provenzano e Totò Riina, somme passate dai caveau dello Ior inquietando non solo la Segreteria di Stato, ma anche Giovanni Paolo II, e determinando intrighi e congiure tra stucchi, velluti e soprattutto nei silenzi dei palazzi apostolici.

Dall’Ambrosiano a Enimont, quindi, dai ricatti alle truffe, dalle tangenti alle minacce: per ogni questione Dardozzi raccoglieva documentazione e appunti, li custodiva in apposite cartelline gialle classificate nell’archivio. Si è così costituita un’incredibile memoria storica che ora svela come un ufficio “affari riservati” all’interno del Vaticano, un’unità di crisi, abbia operato per raddrizzare o mettere a tacere le vicende finanziarie più imbarazzanti e tormentate negli anni di Wojtyla, appena sopite le trame dell’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus e dell’Ambrosiano di Roberto Calvi.

Dall’archivio Dardozzi emerge che un fiume di denaro, tra contanti e titoli di stato, veniva veicolato in una specie di Ior parallelo, una ragnatela off shore di depositi paravento intestati a fondazioni benefiche inesistenti e dai nomi assai cinici (“fondazione per i bambini poveri”, “Lotta alla leucemia”), una ragnatela costruita in segreto per anni da monsignor Donato De Bonis, ex segretario e successore di Marcinkus, nominato da Casaroli prelato dello Ior. Il sistema viene avviato nel 1987 per assicurare un discreto passaggio del testimone da un Marcinkus, ormai sulla via del tramonto, a chi, proprio come De Bonis, doveva mutuare le esperienze passate con le esigenze più riservate della clientela degli anni ’90. E così lo Ior occulto ha continuato a prosperare per anni sfuggendo anche all’attuale presidente dello Ior, Angelo Caloia, espressione della finanza bianca del nord.

Sono 17 i conti principali sui quali De Bonis “opera sia per formale delega – si legge nel report inviato da Caloia a Wojtyla nell’agosto del 1992 quando la banca parallela inizia ad emergere – sia per prassi inveterata”. Tra l’89 e il ’93 vengono compiute operazioni su questi depositi per oltre 310 miliardi, circa 275,2 milioni di euro di oggi. Ma sono i movimenti in contanti a sorprendere: secondo una stima prudenziale, superano i 110 miliardi (97,6 milioni di euro di oggi). Bisogna poi aggiungere l’intensissima compravendita di titoli di Stato: in appena un biennio su questi conti riservati transitano tra i 135 e i 200 miliardi di cct. Dai documenti emerge che su uno di questi conti aveva la firma l’ex presidente Giulio Andreotti. Il deposito era intestato alla “Fondazione cardinale Francis Spellman”. (da chiarelettere.it)

venerdì 8 maggio 2009

Animali

Il coltello fende la lana, lacera la pelle, la gola resiste, le sue mani insistono e poi, di colpo, sprizzano un getto di sangue che bagna i pii carnefici i quali inneggiano lodi a Dio mentre la vittima asfissia nel proprio sangue fra vari spasmi...
"Allah akbar!", Dio è grande!


E' da qualche centinaio di anni che in Europa non si pratica più (legalmente) il sacrificio degli animali.
Fino a ieri.

L'Assemblea europea ha sostenuto la proposta della Commissione Ue di ridurre al minimo le sofferenze degli animali, durante la macellazione, rafforzando e aggiornando le regole in vigore dal 1993, ma nel rispetto delle libertà religiose.

Le libertà religiose vanno rispettate.
Paladini dei diritti degli animali, dove siete?
Quali specie proteggete, quelle che vanno al macello o quelle che approvano queste leggi?