martedì 17 marzo 2009

Oggi la gente non è ingenua

Circa mille anni fà, anno Domini 999, in pieno Medioevo, santi, santoni e ciarlatani predicavano l’arrivo della fine del mondo terrorizzando la povera gente e un po’ meno i signori e i tiranni di allora.
Oggi la gente non è ingenua e credulona come qualche secolo fa, tuttavia avverte un certo disagio in questa società e un’inquietudine per il futuro.

L’effetto serra, i cambiamenti climatici, la grande recessione economica, la bomba atomica iraniana e così via, sono elementi che danno forza a questa nostra paura interiore.
E allora perché non credere alla predizione Maya che darebbe per chiusa la storia di questa umanità proprio nel 2012? I Maya del resto hanno sempre previsto e mai sbagliato, se non di pochi minuti e secondi, i fenomeni delle eclissi solari e lunari. La grande eclisse solare del 2001 che interessò il Messico, la più lunga della storia, con quasi 7 minuti di oscuramento totale, era stata prevista molti secoli prima dagli astronomi maya con una imprecisione di appena 30 secondi.

Ed è proprio la capacità dei Maya a calcolare e predire eclissi ed altri fenomeni cosmici con una certa precisione che preoccupa la gente. Ma c’è chi dice che il 2012 non dovrà essere necessariamente un evento catastrofico, ma una crescita spirituale dell’umanità, un momento in cui la coscienza dell’uomo dovrebbe prevalere sull’istinto materiale. Parole, supposizioni, speranze che qualcosa possa cambiare nella vita collettiva e in quella personale. Oggi più del passato si avvertono queste sensazioni di insicurezza e di sfiducia nel futuro, “…del doman non c’è certezza…” diceva spesso Lorenzo il Magnifico nel lontano 1470 ed oggi questo ritornello è tornato di moda.

Ma se guardiamo al passato più recente dovremmo chiederci se a noi italiani in pieno boom economico del 1960 con le aspettative della qualità della vita sempre crescenti, una storia del genere avrebbe fatto breccia. Forse sì, ma in toni minori, allora si sperava di migliorare le proprie condizioni di vita in tempi brevi, il lavoro bene o male lo trovavano tutti, con un solo stipendio una famiglia viveva dignitosamente, non c’era la corsa al consumismo sfrenato, non c’erano i rumeni ad attentare alla nostra incolumità giornaliera, si viveva meglio di oggi.
Tutto questo ora non c’è più, c’è la paura di uscire di notte, di non riuscire a pagare le rate del mutuo di casa, di non trovare lavoro o di perderlo e, infine, c’è la paura di entrare nella sempre crescente schiera dei poveri.
Non si tratta della paura “del mille e non più mille”, questa volta si tratta di avvertire quasi l’esigenza di chiudere questa avventura terrestre troppo difficile e piena di delusioni e amarezze. E allora il 2012 diventa quasi un’aspettativa di cambiamento, un’occasione a “voltar pagina”.

L’umanità, nonostante le grandi imprese e i grandi messaggi di amore e di fraternità di molti Avatar apparsi nella storia dell’uomo, da Budda a Cristo, fino a Padre Pio e a Sai Baba, ha sempre disatteso gli insegnamenti di questi illuminati, macchiandosi di crimini orrendi: dallo sterminio degli indios d’America a quello degli Ebrei, dai genocidi di Stalin a quelli di Pol Pot, dalla strage degli Armeni a quelli dei popoli del Darfur. Ha prevalso sempre il senso dell’egoismo esasperato, a volte mascherato da falso altruismo.
Si è cercato sempre di prevaricare il prossimo, alla faccia dei messaggi dei santi ed illuminati. Oggi poi il furbo riesce a fare carriera, ad arrivare prima ovunque a danno degli altri, dei galantuomini e delle persone discrete e civili. In più, la gente comune, onesta e timorosa, non impegnata in scalate politiche ed economiche rilevanti, si sente di contare poco o niente, di essere solo un numero, una persona sola con le proprie illusioni e delusioni, con i propri mali fisici e psichici, incapace di contribuire a migliorare questa società.
Da tutto questo, ad eccezione dei pochi furbi che vivono sulle aspettative e sui sogni degli altri più, si ricava un senso di smarrimento, di impotenza, di rassegnazione, qualche volta di rabbia, ma che poi passa.

Una recente indagine (giugno 2008) effettuata da una rivista inglese relativamente alla prospettiva di cancellare questa umanità e provare a “rifarne” una nuova, le persone hanno risposto per il 67 % favorevolmente a chiudere il capitolo umanità e a provare ad aprirne una nuova. Il 12% ha dichiarato di non saper decidere, mentre gli altri (pochi) hanno dichiarato che invece questa umanità doveva proseguire senza ridimensionamenti perché andava bene così.

Questa indagine avvalora ancora di più il sentimento di grande disagio che noi tutti da decenni stiamo provando all’interno di questa società. Ecco allora comprendere la necessità di credere in qualcosa che con un colpo di spugna sappia scrivere la parola fine. Una fine però capace di far rinascere dalle ceneri una nuova umanità, più vicina ai sani valori profondi dell’uomo e non schiava delle esigenze degli altri, di quei pochi che sulle disgrazie degli uomini creano i loro imperi finanziari e politici.
(http://www.unonotizie.it)

"Oggi la gente non è ingenua e credulona come qualche secolo fa"...

Il Paese è affollato di ciarlatani, venditori di sogni, fabbricanti di illusioni, profeti che in cambio di un posto in paradiso spillano denaro ai creduloni, e mai nessuno paga il fio né ha mai soggiornato una settimana in un penitenziario. Le sole finite dentro senza remissione sono Vanna Marchi e figlia, alle quali il popolo, specialmente televisivo, ha gridato il crucifige. Non entro nel merito dei loro peccati, non ho la toga né la tonaca né la cotta né il saio, per fortuna.
Ma se proponessi ai lettori di Libero: voi mi mandate cento euro in busta e io, in segreto, vi suggerisco i numeri per vincere al Lotto; chi sarebbe più cretino? Io che do i numeri o quello che me li compra sicuro di centrare la quaterna sulla ruota di Milano?
(di Vittorio Feltri)

"Oggi la gente non è ingenua e credulona come qualche secolo fa"...
Vanna Marchi non esercita più.
Ciarlatani del 2012, adesso tocca a voi... ma occhio a Striscia!!!

lunedì 9 marzo 2009

Ci manca

«Ci manca, manca ai lavoratori di questo paese».

Risponde così Oliviero Diliberto al Riformista che gli chiede se per caso non sia sua intenzione rifare il Pci.
«
Non sono pazzo - aggiunge - So che non è obiettivo realistico una forza del 30 per cento, ma mi basterebbe dar vita a un partito comunista di media dimensione come la Rifondazione degli anni Novanta».
Non è pazzo.

Diliberto spiega la necessità di rifare il Pci osservando che dopo la sua fine ci sono stati danni ai diritti dei lavoratori e porta come esempi soppressione della scala mobile, abbassamento delle pensioni con introduzione del sistema contributivo, precarizzazione del lavoro. «Ora - dice - siamo addirittura alla proposta di inibire il diritto di sciopero».
Con il sistema contributivo c'è un abbassamento delle pensioni; rimanendo al sistema retributivo ci sarebbe stato un azzeramento delle pensioni.
Però non è pazzo.

Il segretario dei Comunisti Italiani ricorda i vari passaggi, dalla svolta della Bolognina: «Occhetto se avesse fatto un partito socialdemocratico lo avrei capito, non sarei stato d'accordo ma avrei capito invece ha fatto una melassa; a una Bolognina con vent'anni di ritardo che qualcuno prefigura un'alleanza con socialisti filo atlantici e favorevoli alla legge Biagi». Alla crisi dei Paesi dell'est: «sul lastrico ci sono caduti dopo la crisi del socialismo con un sistema allucinante delle privatizzazioni».
La Corea del Nord ha privatizzato la gestione dell'energia elettrica, per questo è all'oscuro.
Però non è pazzo.

In fin dei conti ha ragione.
Ci manca.

mercoledì 4 marzo 2009

Stuprata e condannata per adulterio

23 anni.
Violentata dopo avere accettato di salire sull'automobile di un uomo. L'ha portata in una casa all'est della città di Jeddah dove è stata aggredita e quindi stuprata da lui e quattro dei suoi amici durante la notte.
Ha in seguito scoperto che era incinta ed ha fatto un tentativo disperato di aborto all'ospedale King Fahd for Armed Forces.
Secondo la Saudi Gazette, ha "alla fine confessato" di avere avuto "rapporti forzati" con i suoi aggressori ed è comparsa dinanzi ad un giudice al Tribunale Distrettuale di Jeddah (Arabia Saudita).
Quest'ultimo ha sentenziato che aveva commesso un adulterio, benché non sia neppure sposata, ed ha ordinato una pena di un anno di prigione.
È ancora incinta e sarà frustata dopo il parto.
(Mille e una donna).

Viva la sharia, viva l'islam