venerdì 29 ottobre 2010

Buongiorno Germania


"All’inizio degli anni Sessanta abbiamo invitato i lavoratori stranieri a venire in Germania, e adesso vivono nel nostro paese. Ci siamo in parte presi in giro quando abbiamo detto ‘Non rimarranno, prima o poi se ne andranno’, ma non è questa la realtà.
L’approccio multiculturale e l’idea di vivere fianco a fianco in serenità ha fallito, fallito completamente."
Angela Merkel, cancelliere tedesco

Importanti elementi del diritto prodotti in Arabia Saudita nel VII secolo sono da tempo confluiti nel sistema tedesco. Ha denunciato il ministro del Cancellierato Ronald Pofalla: "Se si pone il corano al disopra della Costituzione tedesca, allora posso solo dire: buona notte, Germania".

Dei sette milioni di immigrati stranieri in Germania, oltre 3,3 milioni sono musulmani.
E secondo lo Spiegel nel 2030 la quota dei musulmani arriverà a 7 milioni.
Erediteranno una corposa casistica a loro favore.
Un giudice di Hannover ha respinto la richiesta di divorzio di una donna tedesca sposata a un egiziano che minacciava di uccidere la figlia stuprata: "I musulmani hanno una diversa concezione dello stupro" (da questo punto di vista i tedeschi sono in buona compagnia).
Un giudice di Essen ha stabilito che le allieve musulmane non possono essere costrette a partecipare alle lezioni di nuoto: "Incompatibili con la loro religione".
Un giudice di Dortmund, citando il corano, ha stabilito che un padre può picchiare la figlia che si rifiuti di indossare il velo.
Un magistrato di Francoforte ha negato il divorzio a una marocchina nata in Germania che per anni è stata picchiata e minacciata di morte dal marito: "Nel Corano, alla Sura quarta verso 34, è previsto che l’uomo possa punire la moglie" (fortuna che gli è sfuggito il verso 15).
L’avanzata della sharia non si limita ai tribunali.
In molte scuole tedesche per i professori musulmani vige la deroga sulla consueta stretta di mano alle ragazze alla consegna dei diplomi. Spiegazione: “Nell’islam è illecito”.
La Corte costituzionale ha stabilito che i centri islamici hanno il diritto di diffondere con gli altoparlanti le preghiere, cinque volte al giorno e a partire dal levar del sole. L’ultima a ottenere via libera è stata la gigantesca moschea di Rendsburg.
Solo due mesi fa sollevava un vespaio di polemiche Thilo Sarrazin, ex ministro della città stato di Berlino, che nel suo libro "La Germania si distrugge da sola" sostiene:
"Non voglio che i miei nipoti e pronipoti vivano in un paese in gran parte musulmano, in cui si parla prevalentemente turco e arabo, dove le donne portano il velo e il ritmo della giornata è scandito dai muezzin. Se voglio questo, posso prenotare una vacanza in Oriente.
Ci preoccupiamo del clima del mondo tra 100 o 500 anni. Perché dovremmo essere interessati al clima tra 500 anni, quando il programma tedesco per l’immigrazione sta lavorando per l’estinzione dei tedeschi?"
La reazione della Merkel: "Le affermazioni di Sarrazin sono inaccettabili, condannano interi gruppi della nostra società e rendono la discussione su questi temi ancora più difficile".
Chissà se la pensa ancora così.

Nel belpaese che succede? Quando c'è da precipitare nel baratro non siamo secondi a nessuno: c'è chi di fatto legalizza la poligamia, chi grazia i terroristi facendoli passare per semplici "simpatizzanti".
Qualcuno si preooccupa per il futuro non accorgendosi del presente.
Gli altri? Tutti in rispettoso silenzio. Come al solito.

lunedì 25 ottobre 2010

I veri mostri

Erano belli i tempi in cui 8 milioni di persone seguivano con attenzione l'ingresso nella casa, quando in 6 milioni non si facevano sfuggire neanche una lacrima a C'è Posta per Te.
Adesso non abbiamo a che fare solo con ebeti, ignoranti e sottosviluppati.
Adesso il pubblico, il cliente, il consumatore vuole di più.
Vuole entrare dentro la notizia, da protagonista.
La settimana scorsa centinaia di turisti si erano recati ad Avetrana, sostanzialmente invadendo le strade adiacenti all'abitazione della famiglia Misseri scattando foto e girando video. Il sindaco ha dovuto transennare alcune vie per contrastare il fenomeno.
Succede così che non potendo partecipare alla gita di piacere il pubblico si consola con il docufiction.
La ricostruzione sull’interrogatorio a Michele Misseri proposta da L’Arena fa volare il talk di Massimo Giletti a 4.563.000 telespettatori (23,95%).
Un attore recita la parte di Michele Misseri che racconta al pubblico ministero come è avvenuto l’omicidio di Sarah. Le parole di Misseri sono esattamente quelle dell’interrogatorio avvenuto il 15 ottobre scorso.
"Il contenuto è rigorosamente attendibile, quello degli atti giudiziari" sottolinea Giletti orgoglioso. Mica raccontiamo favole. Sulla rai, la televisione del servizio pubblico.
Oltre 4 milioni e mezzo di telespettatori, di domenica pomeriggio.
Quanti bambini avranno assistito allo spettacolo?

lunedì 18 ottobre 2010

Rossi con l'auto blu


Deputati, ex deputati, portaborse, dirigenti sindacali, nullafacenti di rango, professionisti della rivolta sociale che da decenni vivono di rendita, giornaliste da salotto e aristocratici in cerca di emozioni.
C'erano tutti alla la manifestazione della Fiom di sabato scorso.
C’erano anche i precari, i disperati, quelli che veramente lottano per un posto di lavoro e gente che non arriva a fine mese. Ma sono la folla di gente in buonafede che il Pd continua a illudere con la vecchia storia: noi siamo come voi, noi vi rappresentiamo. E invece è il solito spettacolo di chi campa sulla sfortuna altrui.

La piazza non ha più nulla di genuino. È un’abitudine, un affare, una farsa.

È tappeto rosso e autisti in attesa che lo spettacolo finisca. È la messa laica dei sacerdoti e dei sepolcri imbiancati.
Ci sta il teleimbonitore con la lacrima sul viso, il signore dei vaffa vestito da guru mediatico, il sindacalista con la maschera da funzionario di banca, gli extraparlamentari che cercano di rientrare nel circuito più per noia che per passione, quello che scrive romanzi e l’aristocratico con i baffi che ormai parla solo dei suoi viaggi all’estero, tanto che si fatica a capire se sia un leader di partito o un tour operator. C’è quello che si è costruito una carriera organizzando catering di piadine alla festa dell’Unità, c’è la direttora di quotidiano che l’ultima volta che ha stretto la mano a un precario se l’è lavata pensando che portasse sfiga.
Questa è l'Asinistra italiana.
L'alternativa.

venerdì 15 ottobre 2010

Liberatevi dal peccato


"Pensiamo alle grandi potenze della storia di oggi; pensiamo ai capitali anonimi che schiavizzano gli uomini, che non sono più cose degli uomini, ma un potere anonimo dal quale gli uomini sono asserviti, tormentati, anche trucidati". Un potere distruttivo che minaccia il mondo".
Benedetto XVI, nel discorso di apertura del Sinodo sul Medio Oriente

Starà parlando del patrimonio (stimato) di 5 miliardi di euro attribuito allo IOR?
Nella banca vaticana (che non aderisce ai patti internazionali antiriciclaggio) i clienti vengono identificati solo attraverso un numero codificato, alle operazioni non si rilasciano ricevute, non esistono libretti di assegni intestati allo IOR e tutti i depositi e passaggi di denaro avvengono tramite bonifici. Infine, avendo sede in uno Stato sovrano, ogni richiesta di rogatoria deve partire tramite il ministero degli esteri del paese richiedente.
E finora quasi nessuna rogatoria è stata mai concessa dal Vaticano.
O forse è preoccupato per l'inchiesta aperta dalla procura di Roma sulla presunta violazione di un decreto per la prevenzione del riciclaggio?
La trasparenza per il Vaticano è come l'italiano per Di Pietro.
Stiamo esagerando? Stiamo esagerando.
Sua Santità crede in quello che dice.
E lo dice per proteggerci.
E lo dice per ammonire traffichini e trafficanti di sterco (del diavolo), malfattori dell'alta finanza che lucrano sulla pelle di povere pecorelle smarrite (fa anche rima).
Detentori illegali di potere anonimo, di capitali occulti, liberatevi dal peccato!
Si, ma come? Intestate tutto alla Chiesa.
Amen.

martedì 12 ottobre 2010

La legge è uguale per tutti


"Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".
Antonio Mastrapasqua, presidente dell'INPS

I precari non avranno la pensione.
Pagano contributi inutilmente o meglio: li pagano perché l'INPS possa pagare la pensione a chi la maturerà. Per i parasubordinati la pensione non arriverà alla minima, nemmeno se il parasubordinato riuscirà, nella sua carriera lavorativa, a non perdere neppure un anno di contribuzione.
L'unico sistema che l'INPS ha trovato per affrontare l'amara verità, è stato quello di nascondere ai lavoratori che nel loro futuro la pensione non ci sarà, sperando che se ne accorgano il più tardi possibile e che facciano meno casino possibile.
Non si può non notare come anche la politica taccia su questo scandalo, ma non ci si potrebbe attendere altrimenti, perché a determinare questo scandalo hanno contribuito tutti i partiti attualmente rappresentati in parlamento, nessuno escluso.
I precari, tenuti all'oscuro o troppo occupati a sopravvivere, difficilmente noteranno la dichiarazione di Mastropasqua al Corriere della Sera e i media sembrano proprio intenzionati a non rovinare loro la sorpresa. Proprio una bella sorpresa.

giovedì 7 ottobre 2010

Rispetto per Sarah, chi l'ha visto?

Dove finisce il diritto di cronaca e inizia invece il senso del pudore? E' la domanda che ci si poneva guardando la trasmissione "Chi l'ha visto?" quando in diretta tv veniva annunciato a Concetta Serrano la ricerca del corpo senza vita della figlia Sarah Scazzi. Una lapidazione mediatica compiuta da Federica Sciarelli che continuava a lanciare le sue pietre, le agenzie che annunciavano e poi smentivano la notizia del ritrovamento del cadavere.
Federica Sciarelli

Concetta era lì, gelida come è sempre stata dal 26 agosto. Una donna umile che non è abituata ed esternare le proprie emozioni. E forse proprio questa granitica riservatezza si voleva infrangere nella trasmissione. Una lacrima? Un urlo? Certo, Federica Sciarelli è prima di tutto una giornalista e il diritto di cronaca le imponeva di andare avanti per tenere informati i propri telespettatori.

Questa volta, però, il servizio pubblico sembra aver superato un limite. Chi era di fronte allo schermo sentiva il disagio, implorava "adesso basta, interrompete il collegamento". Va detto che la Sciarelli più volte ha chiesto alla mamma di Sarah se voleva interrompere la diretta ma sembrava sempre una domanda retorica visto che l'unica fonte di informazione, anche per lei, era proprio la tv. Voleva sapere cosa era successo alla sua Sarah.

Persino l'avvocato della famiglia Scazzi è intervenuto per chiedere cautela, per domandare ai mass media un contegno. Nemmeno le lacrime della figlia di Michele Misseri hanno fermato lo "show". Alla fine, anche Concetta si è arresa. "Vuoi che fermiamo il collegamento?" ha chiesto la Sciarelli dopo oltre un'ora. E stavolta la mamma di Sarah ha risposto "è meglio". Sì, sarebbe stato meglio farlo molto prima.

mercoledì 6 ottobre 2010

Londonistan


L'illusione
Il presupposto delle battaglie politiche che mirano all'integrazione è che gli immigrati siano disposti a entrare a far parte della comunità: essa non sarebbe più soltanto "nostra" ma di tutti quelli che ne fanno parte condividendo alcuni valori essenziali.
I nuovi arrivati rispetteranno automaticamente le leggi dello stato in cui si trovano, mandando i loro figli a scuola, garantendo alle mogli gli stessi diritti delle donne occidentali, e votando per eleggere i propri rappresentanti.

La realtà
I nomi delle strade del Londonistan non sono più scritti in inglese e i colori e gli odori della Old Britannia hanno lasciato il posto a quelli della medina.
Nella piscina pubblica di pubblico non è rimasto che il ricordo: lo spazio sportivo è stato requisito dai gendarmi musulmani che impediscono ai bambini e alle bambine di fare il bagno insieme e reagiscono con veemenza quando spunta una telecamera in grado di testimoniare cosa avviene al riparo da occhi indiscreti.
Nelle strade del quartiere non girano più "bianchi" ma soltanto donne coperte dal burqa e gang di giovani arabi che picchiano i gay, come racconta un giovane inglese che dopo aver preso la sua razione di pugni e calci ha deciso di spostarsi in un'altra zona di Londra. Anche i preti di una chiesa cattolica sono stati malmenati e si verificano episodi di intolleranza contro chi manifesta una fede diversa dall'Islam.
Una donna si rivolge all'imam locale per chiedere il divorzio. A Londra infatti esiste una legge parallela a quella inglese, la sharia, illegale, che opera come se nulla fosse sotto il naso delle autorità. A un maschio musulmano è sufficiente ripudiare la moglie per togliersela dai piedi, a una donna non bastano anni per ottenere lo stesso risultato, nonostante sia stata picchiata dal marito con una mazza da baseball mentre era incinta, solo perché "avevo cucinato male".
Il video prosegue con una discesa nel sottoscala di una moschea improvvisata gestita da un altro imam fondamentalista. Costui insegna a una decina di barbuti e smagriti ragazzi under 30 che la bandiera verde dell'Islam sventolerà presto su Roma e i palazzi del potere delle capitali europee. In questo delirio di onnipotenza - acuito dalla presenza della telecamera - spiega che è giusto uccidere gli infedeli, lapidare le donne che commettono adulterio, mozzare le mani ai ladri. Durante una pausa, riceve una telefonata da New York dove è in corso una manifestazione spronando i fedeli dall'altra parte dell'oceano a battersi in nome del Profeta.
La sceneggiata si protrae grazie a uno dei capisaldi delle democrazie occidentali, la libertà di parola. L'abbiamo difesa fino all'ultimo quando un pastore americano si era messo in testa di bruciare il Corano, dobbiamo farci i conti anche ora.
In Europa si discute di vietare il burqa, qualcuno lo ha già fatto.
Centinaia di ragazze musulmane britanniche sono obbligate dalle loro scuole a indossare il velo integrale.

Abbiamo accolto l'islam rivoluzionario, gli abbiamo permesso di attecchire dietro l'illusione multiculturale, e non muoviamo un dito per capovolgere questa situazione, beandoci dietro parole d'ordine come il voto agli immigrati.

venerdì 1 ottobre 2010

Tutti zitti

Se qualcuno aveva qualche dubbio sul significato di "dialogo interreligioso", la vicenda del rogo del corano rende perfettamente l'idea di cosa intendano i musulmani per dialogo.
Poco prima dell'11 settembre scorso un pastore protestante di una chiesa evangelica della Florida dichiara di voler bruciare copie del corano per protestare contro il progetto di costruire una moschea vicino Ground Zero.
Immediate le condanne delle più importanti istituzioni e leaders internazionali.

La risposta dell'islam religione di pace?
18 morti, almeno un centinaio di feriti, chiese e scuole cattoliche bruciate, senza contare i gravi danni a molti edifici, mezzi della polizia e diverse proprietà pubbliche.
Le reazioni delle sopra citate ed autorevoli istituzioni e leaders internazionali? Tutti zitti.
Forse perchè minacciare il rogo del corano è l'eccezione.
La persecuzione dei cristiani in paesi musulmani è la regola.
Il corano non è stato più bruciato, il reverendo Jones pagherà i danni, però l'imam che sta promuovendo la costruzione del centro "culturale" musulmano nei pressi di Ground Zero ha detto ieri che "lo scopo del progetto è di prevenire altri attacchi di questo genere".
In altre parole, fateci costruire moschee in ogni città, consegnateci le chiavi delle vostre città, così nessuno, neanche i nostri fratelli musulmani, avrà più interesse a bombardarvi.
Non vogliono conquistarci, vogliono salvarci.