venerdì 24 settembre 2010

Insufficienza di prove

La tragedia avviene al culmine di un lite per un piccolo danno provocato, poco prima, dal tir guidato da Benjamin Bogdan, che non si era fermato dopo l'urto con il furgone di Moreno Mariani.
Giunti alla barriera di Vipiteno Mariani, approfittando della sosta dell'autocarro per il pagamento del casello autostradale, lo ha raggiunto a piedi chiedendo al conducente di fermarsi per la constatazione del danno. Questo si sarebbe però rifiutato.
A quel punto Mariani si era sdraiato davanti al tir di Bogdan per evitare che il mezzo pesante potesse riprendere la marcia.
Ma il camionista è partito lo stesso, investendolo e uccidendolo sul colpo.
Il 27 agosto viene convalidato l'arresto del camionista romeno che, accusato di omicidio volontario, si e' avvalso della facolta' di non rispondere.
L’episodio all’epoca aveva provocato sconcerto e indignazione nell’opinione pubblica, ma ieri, a meno di un mese di distanza dall’episodio, Bogdan, è tornato in libertà.
Il Tribunale del Riesame di Bolzano ha accolto infatti la tesi della difesa, secondo la quale non ci sono prove sufficienti per dimostrare che la morte del Mariani sia stata causata da quel gesto.
Il Tribunale ha quindi messo in dubbio la tesi secondo la quale il camionista avrebbe intenzionalmente investito il conducente del furgone, come dalle testimonianze della compagna di Moreno Mariani e dei dipendenti del casello autostradale che avevano assistito inorriditi alla scena.

mercoledì 22 settembre 2010

Ci sarà da ridere

"Io non ho nulla da temere e nulla da nascondere. Quando tutto sarà chiarito ci sarà da ridere. Nella nota diffusa ad agosto ho scritto quello che sapevo, non ho altro da aggiungere".
Gianfranco Fini, nell'intervista a TgLa7 del 7 settembre 2010.


Passano appena 2 settimane e su Listin Diario e El Nacional, periodici della Repubblica Dominicana (quindi non Libero o Il Giornale) viene pubblicato lo scoop mundial:
"Un documento oficial del gobierno de la República de Santa Lucía, en el Caribe, señala que Giancarlo Tulliani es el titular de la Printemps Ltd y la Timara Ltd"
Traduzione: la Printemps Ltd acquista la casa di Montecarlo da An per 300 mila euro. Per una «straordinaria, incre­dibile coincidenza» (parole proferite dal tesoriere di An, Francesco Pontone) di lì a po­co Giancarlo Tulliani - in arte Elisabetto - finirà per andare ad abitare in affitto nello stesso apparta­mento del Principato di Mo­naco, nel frattempo passato di proprietà a una società ge­mella (la Timara Ltd) i cui referenti risultano essere gli stessi della prima so­cietà (costituita solo 45 giorni prima dell’affare, il 30 maggio 2008).
Cioè "paga" l'affitto a se stesso, per un appartamento acquistato ad un quinto del suo valore di mercato.
Ci sarà da ridere...

sabato 18 settembre 2010

Il coraggio delle donne afghane


mercoledì 15 settembre 2010

Troia brucia

"La città deve avere una moschea adeguata alla bellezza storica e degna della ricchezza culturale. Noi abbiamo chiesto di lavorare ad un gruppo di architetti, il progetto è praticamente pronto e presto lo presenteremo alla città e al sindaco Renzi per concordare insieme questo lavoro.
La nuova moschea di Firenze avra' anche un minareto e sarà una cosa molto simile al campanile di Giotto".
Ezzedine Elzir, imam di Firenze


''Non voglio fare una discussione ideologica sulla possibilita' di avere una moschea a Firenze.
Se i nostri amici musulmani, ai quali faccio tra l'altro gli auguri per la fine del Ramadam, ci presenteranno un progetto lo valuteremo e ne discuteremo apertamente".
Matteo Renzi, sindaco di Firenze

Praticare l'infibulazione in Italia puo' costare fino a 16 anni di carcere, secondo una legge del 2006.
Dal 1996 ad oggi, solo all’Ospedale San Gallicano di Roma, sono state assistite e curate 10mila donne immigrate che hanno subito l'infibulazione.
Qui le immagini sono così pesanti che mi limito al link, per chi ha lo stomaco per guardare.
Quello che invece è da rimarcare è il legame stretto tra infibulazione e islam.
Non è prescritta dal corano? Esisteva già ai tempi dei romani? Sicuramente.
Però nel moderato Egitto la mutilazione degli organi genitali femminili diventa reato solo nel 2008.
Si rischiano al massimo 2 anni di reclusione e può essere praticata in caso di "necessità medica": praticamente una farsa. Ma per i rappresentanti dei Fratelli musulmani in parlamento "le nuove norme minano i fondamenti della famiglia egiziana".
Però l'islam non c'entra. Per questo 10mila donne curate solo al San Gallicano di Roma sono tutte immigrate.
O figlie di donne italiane sposate o conviventi di immigrati perfettamente integrati, per i quali è normale picchiare la donna perchè non si converte, perchè non è una brava cuoca, perchè esce sul balcone senza velo.
Trentasei stranieri e tre italiani. Erano questi i numeri delle iscrizioni nella prima elementare della Scuola Carlo Pisacane di Roma. Numeri che si sono andati assottigliando, fino all’altro giorno, quando i genitori dell’ultimo bimbo italiano rimasto iscritto hanno chiesto, e ottenuto, il trasferimento.
L'integrazione sociale e culturale in un paese risulta assai improbabile quando in classe nessuno parla l'italiano, quando si cancella il presepe dal Natale, quando a pranzo si mangia il couscous al posto degli gnocchi.

Moschee nelle città simbolo della nostra cultura, pratiche barbare che non accennano a sparire, donne trattate come merce, la politica del ventre che ci fa diventare minoranza a casa nostra.
Ci stiamo (dis)integrando.
Ogni tanto qualcuno se ne accorge, ma viene prontamente eliminato dai politicamente corrotti, dai paladini della multiculturalità.
Troia brucia. Per colpa dei collaborazionisti, scriveva Oriana nel 2004.

Siamo nel 2010 e i collaborazionisti sono ancora li. Quindi la colpa non è loro, non è solo loro.
La colpa vera è di quelli che non stanno né da una parte, né dall’altra, quelli a cui sembra non interessare ciò che accade intorno, come se non fosse anche affar loro, quelli per i quali non c’è niente da fare e comunque non spetta a loro farlo. Camminano frettolosamente, guardano ma non vedono, o fanno finta di non vedere, non esprimono chiaramente la loro opinione o se lo fanno giocano con le parole per non urtare la sensibilità altrui, attenti solo al loro tornaconto personale, falsamente ossequiosi, danno ragione ad una parte, ma nemmeno torto all’altra. Costantemente in mezzo al guado.
Troia brucia. Per colpa degli ignavi.

martedì 14 settembre 2010

Letterina a Gianfranco Fini

Signor Vicepresidente del Consiglio, Lei mi ricorda Palmiro Togliatti. Il comunista più odioso che abbia mai conosciuto, l’uomo che alla Costituente fece votare l’articolo 7 ossia quello che ribadiva il Concordato con la Chiesa Cattolica. E che pur di consegnare l’Italia all’Unione Sovietica era pronto a farci tenere i Savoia, insomma la monarchia. Non a caso quelli della Sinistra La trattano con tanto rispetto anzi con tanta deferenza, su di Lei non rovesciano mai il velenoso livore che rovesciano sul Cavaliere, contro di Lei non pronunciano mai una parola sgarbata, a Lei non rivolgono mai la benché minima accusa.
Come Togliatti è capace di tutto. Come Togliatti è un gelido calcolatore e non fa mai nulla, non dice mai nulla, che non abbia ben soppesato ponderato vagliato per Sua convenienza. (E meno male se, nonostante tanto riflettere, non ne imbrocca mai una). Come Togliatti sembra un uomo tutto d’un pezzo, un tipo coerente, ligio alle sue idee, e invece è un furbone. Un maestro nel tenere il piede in due staffe. Dirige un partito che si definisce di Destra e gioca a tennis con la Sinistra. Fa il vice di Berlusconi e non sogna altro che detronizzarlo, mandarlo in pensione. Va a Gerusalemme, con la kippah in testa, piange lacrime di coccodrillo allo YadVashem, e poi fornica nel modo più sgomentevole coi figli di Allah. Vuole dargli il voto, dichiara che “lo meritano perché pagano le tasse e vogliono integrarsi anzi si stanno integrando”.


Quando ci sbalordì con quel colpo di scena ne cercai le ragioni. E la prima cosa che mi dissi fu: buon sangue non mente. Pensai cioè a Mussolini che nel 1937 (l’anno in cui Hitler incominciò a farsela col Gran Muftì zio di Arafat) si scopre «protettore dell’Islam» e va in Libia dove, dinanzi a una moltitudine di burnus, il kadì d’Apollonia lo riceve tuonando: “O Duce! La tua fama ha raggiunto tutto e tutti! Le tue virtù vengono cantate da vicini e lontani!”. Poi gli consegna la famosa spada dell’Islam. Una spada d’oro massiccio, con l’elsa tempestata di pietre preziose. Lui la sguaina, la punta verso il sole, e con voce reboante declama: “L’Italia fascista intende assicurare alle popolazioni musulmane la pace, la giustizia, il benessere, il rispetto alle leggi del Profeta, vuole dimostrare al mondo la sua simpatia per l’Islam e per i musulmani!”. Quindi salta su un bianco destriero e seguito da ben duemilaseicento cavalieri arabi si lancia al galoppo nel deserto del futuro Gheddafi.


Ma erravo. Quel colpo di scena non era una reminiscenza sentimentale, un caso di mussolinismo. Era un caso di togliattismo cioè di cinismo, di opportunismo, di gelido calcolo per procurarsi l’elettorato di cui ha bisogno per competere con la Sinistra e guidare in prima persona l’equivoco oggi chiamato Destra.
Preparano giorni migliori per l'italia
Signor Vicepresidente del Consiglio, nonostante la Sua aria quieta ed equilibrata Lei è un uomo molto pericoloso. Perché ancor più degli ex democristiani (che poi sono i soliti democristiani con un nome diverso) può usare a malo scopo il risentimento che gli italiani come me esprimono nei riguardi dell’equivoco oggi chiamato Sinistra. E perché, come quelli della Sinistra, mente sapendo di mentire. Pagano-le-tasse, i Suoi protetti islamici?!? Quanti di loro pagano le tasse?!? Clandestini a parte, spacciatori di droga a parte, prostitute e lenoni a parte, appena un terzo un po’ di tasse! Non le capiscono nemmeno, le tasse. Se gli spiega che servono ad esempio per costruire le strade e gli ospedali e le scuole che anch’essi usano o per fornirgli i sussidi che ricevono dal momento in cui entrano nel nostro paese, ti rispondono che no: si tratta di roba per truffare loro, derubare loro. Quanto al Suo vogliono-integrarsi, si-stanno-integrando, chi crede di prendere in giro?!?


Uno dei difetti che caratterizzano voi politici è la presunzione di poter prendere in giro la gente, trattarla come se fosse cieca o imbecille, darle a bere fandonie, negare o ignorare le realtà più evidenti. Più visibili, più tangibili, più evidenti. Ma stavolta no, signor mio. Stavolta Lei non può negare ciò che vedono anche i bambini. Non può ignorare ciò che ogni giorno, ogni momento, avviene in ogni città e in ogni villaggio d’Europa. In Italia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Danimarca, ovunque si siano stabiliti. Rilegga quel che ho scritto su Marsiglia, su Granada, su Londra, su Colonia. Guardi il modo in cui si comportano a Torino, a Milano, a Bologna, a Firenze, a Roma.


Perbacco, su questo pianeta nessuno difende la propria identità e rifiuta d’integrarsi come i musulmani. Nessuno. Perché Maometto la proibisce, l’integrazione. La punisce. Se non lo sa, dia uno sguardo al Corano. Si trascriva le sure che la proibiscono, che la puniscono. Intanto gliene riporto un paio. Questa, ad esempio: “Allah non permette ai suoi fedeli di fare amicizia con gli infedeli. L’amicizia produce affetto, attrazione spirituale. Inclina verso la morale e il modo di vivere degli infedeli, e le idee degli infedeli sono contrarie alla Sharia. Conducono alla perdita dell’indipendenza, dell’egemonia, mirano a sormontarci. E l’Islam sormonta. Non si fa sormontare”. Oppure questa: “Non siate deboli con il nemico. Non invitatelo alla pace. Specialmente mentre avete il sopravvento. Uccidete gli infedeli ovunque si trovino. Assediateli, combatteteli.


In parole diverse, secondo il Corano dovremmo essere noi ad integrarci. Noi ad accettare le loro leggi, le loro usanze, la loro dannata Sharia.
Signor Fini, ma perché come capolista dell’Ulivo non si presenta Lei?”.

Oriana Fallaci ne "La Forza della Ragione", pubblicato nel 2004. 6 anni fa.
Oggi il segretario del Pd parla di un nuovo Ulivo.
Signor Fini, ma perchè come capolista del nuovo Ulivo non si presenta Lei?

venerdì 10 settembre 2010

Nove anni dopo

Un pastore protestante di una chiesa evangelica della Florida dichiara di voler bruciare copie del corano nell'anniversario dell'11 settembre.

"Atti del genere non possono essere approvati da alcuna religione.
Mi sento profondamente turbato da questa iniziativa
".
Ban Ki-moon, segretario generale dell'Onu

"Invece che bruciare il corano, incoraggerei la gente a leggerlo".
Tony Blair, ex premier britannico e membro del Quartetto per il Medio Oriente.

E' probabile che Blair il corano lo abbia letto, è altrettanto ovvio che non l'abbia capito (ogni riferimento non è puramente casuale).
Quello che invece provoca più disgusto è l'ipocrisia di un organismo internazionale che, nella persona del suo segretario, esprime turbamento.


Forse tutti sanno che solo nel 2010, in Iran sono state eseguite già 160 condanne a morte.
Nella prigione di Tabriz, dove è reclusa da ormai quattro anni Sakineh, si trovano altre donne in attesa della medesima condanna, e tra loro anche minorenni. Sakineh Ashtiani dopo aver subito la pena della fustigazione davanti a uno dei suoi figli, è stata costretta a una confessione pubblica anche in concorso in omicidio, per poter accelerare l'iter dell'esecuzione capitale.
L'Onu si preoccupa del rogo di un libro, ma si guarda bene dal provare turbamento per la lapidazione di una donna iraniana.
Forse all'Onu si stanno occupando del caso, forse se ne sta occupando proprio la Commissione per lo Status delle Donne.
Forse non tutti sanno che da maggio l'Iran, dopo aver fallito nell'ottenere un seggio nel Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu, è stato eletto membro della Commissione per lo Status delle Donne.

Nove anni dopo l'11 settembre l'islam istituzionalizzato la fa da padrone nella più importante ed estesa organizzazione intergovernativa mondiale.
Nove anni dopo l'11 settembre la lapidazione di un'adultera provoca meno scalpore del rogo di un libro.
Nove anni dopo l'11 settembre "uno dei pochi giornalisti non allineati e realmente anticonformisti", collaboratore del quotidiano campione della libertà di pensiero scrive:
"La pena di morte è in vigore anche in Paesi considerati campioni della civiltà, come gli Stati Uniti, e nessuno Stato lascerebbe a piede libero un assassino. Quanto all'adulterio è considerato un reato meritevole della pena capitale non solo in Iran ma in molti altri Paesi islamici che hanno una cultura e una morale diversissime dalle nostre soprattutto per quel che riguarda la famiglia".
(Si chiama Fini, basta il cognome)

Facciamo progressi, l'integrazione tra le due "civiltà" prosegue spedita.

mercoledì 8 settembre 2010

Se questo è un leader


Appena 2 mesi fa "in un grande paese democratico la libertà di stampa non è mai sufficiente".
Ieri i giornalisti che hanno lavorato sull'inchiesta relativa alla casa di Montecarlo sono stati etichettati come "infami lapidatori".
L'intervista comincia tra i sorrisi con un "Complimenti per il suo tg" al direttore Mentana.
Peccato che poi dai complimenti si arrivi quasi alle offese.
M: «Ma scusi, lei a Montecarlo non c’è mai andato?».
F: «No».
M: «Ma i testimoni che dicono il contrario?».
F: «Lo provino».
Il sorriso di Fini diventa sempre più smorfia.
M: «Ma scusi... Tulliani?».
F: «L’ha affittata, tutto qua. Ma è questo il problema della politica? La magistratura verificherà. Basta avere pazienza».
Quella che sta per perdere Fini perché Mentana non molla l’osso e gli chiede ancora di far chiarezza perché troppe cose sono ancora nell’ombra.
F: «Pontone (il tesoriere di An, ndr) è un galantuomo. Dissi io di vendere perché l’offerta era congrua. Tulliani non ha saputo da me della casa. Si ricorda la mia nota? Ho spiegato tutto lì».
(An vende l'immobile dietro l'ordine del capo ed il cognato lo viene a sapere da terze parti...)
M: «Lei ha detto che s’è arrabbiato con Tulliani quando ha saputo...».
F: «Sono molto più arrabbiato con chi per mesi ha lapidato la mia famiglia.
Ma lei dirige Novella 3000 o un telegiornale?»
Tradotto: Mentana gran giornalista, complimenti per il tg, ma gli affari di famiglia non si toccano.

Un leader, un vero leader, degno di appartenere al gotha progressista, riformatore, moralmente inattaccabile...

martedì 7 settembre 2010

Hanno spostato la fine del mondo



Ci sono tre cose sulle quali si può sempre contare in ogni profezia della fine del mondo.

La prima è che la fine del mondo è come la mamma: ce n'è una sola. Per forza di cose ce ne può essere al massimo una sola giusta e tutte le altre devono essere sbagliate.
La seconda è che man mano che ci si avvicina alla data annunciata, la profezia verrà disinvoltamente dimenticata o interpretata (aggiustata) alla luce di nuove rivelazioni dai profeti o loro rappresentanti per posticipare la data dell'apocalisse, in modo da non dover affrontare il fallimento e consentire un nuovo ciclo di proselitismo (marketing).
La terza è che i discepoli (polli) che hanno creduto alla data iniziale e hanno aperto il portafogli accetteranno senza batter ciglio la nuova data e continueranno a spalancare il portafogli per farsi buggerare un'altra volta.
Siccome il 2012 si avvicina e il mercato comincia a non tirare più, bunker a parte, è ora di tirare fuori una nuova balla per angosciare la gente e vendere una nuova infornata di libri, films, trasmissioni tv e gadgets vari.

Quindi? La fine del mondo non è più nel 2012 ma nel 2060. Garantisce nientemeno che Sir Isaac Newton.
La storia in realtà risale al febbraio 2003, quando i giornali britannici pubblicarono la notizia della profezia, che peraltro era già nota allora agli studiosi da almeno vent'anni, in occasione di un documentario della BBC, Newton: The Dark Heretic, dedicato a far conoscere la teologia eretica di Newton, il suo profondo interesse per lo studio letterale della Bibbia e la sua passione per l'alchimia.
I calcoli apocalittici di Newton si basano non su misurazioni scientifiche o segrete conoscenze dell'Universo, ma su interpretazioni molto arbitrarie di vari passaggi e riferimenti cronologici della Bibbia, che secondo Newton era una sorta di codice che gli eletti avevano il sacro dovere di decifrare.
Oltretutto, anche volendo prestar fede alle profezie newtoniane, c'è da sottolineare che indicano il 2060 come data minima della fine del mondo: "Potrà finire dopo, ma non vedo motivo perché debba finire prima" (It may end later, but I see no reason for its ending sooner), e questo contraddice tutte le previsioni di catastrofe riguardanti ogni altra data da oggi al 2060, compreso quindi il 2012.