"Sono i dolori dell'anima che non se ne vanno".
Nel 2005 era stato arrestato nell'ambito di una operazione antidroga per spaccio di cocaina ed eroina; ancora nel 2006 quando, completamente ubriaco, scaraventò a terra una donna per rapinarla.
Quella sera invece, tra il 13 e il 14 dicembre del 2007, il ragazzo aveva adocchiato Claudia. Approfittando della scarsa visibilità, cappuccio in testa, la trascina a forza dietro un cespuglio, la picchia con violenza inaudita e la costringe a subire atti sessuali. I proprietari di un chiosco ambulante poco distante, sentendo urla disperate, chiamano i carabinieri.
Quando arriva la pattuglia del nucleo radiomobile della Compagnia di Imperia, il ragazzo viene preso in flagranza di reato. Lei, sotto shock, ha il volto tumefatto e insanguinato.
Viene condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione, con il rito abbreviato che gli vale uno sconto consistente nella condanna. Dopo pochi mesi di carcere ottiene il beneficio degli arresti domiciliari con la possibilità di recarsi al Sert, visti i suoi trascorsi legati alla tossicodipendenza e all'alcol.
Ma dopo poco più di un anno di reclusione torna in libertà.
"E' come essere violentati una seconda volta. Non è giusto. La giustizia italiana tutela i delinquenti mentre le persone oneste devono ormai solo barricarsi in casa", dichiara la giovane. Che soffre ancora dei postumi della brutale aggressione, non solo per i dolori fisici alla schiena, al collo e al volto dovuti alle botte ricevute.
"Sono i dolori dell'anima che non se ne vanno. Gli incubi notturni, la depressione, l'ansia, la paura".
Nel 2005 era stato arrestato nell'ambito di una operazione antidroga per spaccio di cocaina ed eroina; ancora nel 2006 quando, completamente ubriaco, scaraventò a terra una donna per rapinarla.
Quella sera invece, tra il 13 e il 14 dicembre del 2007, il ragazzo aveva adocchiato Claudia. Approfittando della scarsa visibilità, cappuccio in testa, la trascina a forza dietro un cespuglio, la picchia con violenza inaudita e la costringe a subire atti sessuali. I proprietari di un chiosco ambulante poco distante, sentendo urla disperate, chiamano i carabinieri.
Quando arriva la pattuglia del nucleo radiomobile della Compagnia di Imperia, il ragazzo viene preso in flagranza di reato. Lei, sotto shock, ha il volto tumefatto e insanguinato.
Viene condannato a 4 anni e 2 mesi di reclusione, con il rito abbreviato che gli vale uno sconto consistente nella condanna. Dopo pochi mesi di carcere ottiene il beneficio degli arresti domiciliari con la possibilità di recarsi al Sert, visti i suoi trascorsi legati alla tossicodipendenza e all'alcol.
Ma dopo poco più di un anno di reclusione torna in libertà.
"E' come essere violentati una seconda volta. Non è giusto. La giustizia italiana tutela i delinquenti mentre le persone oneste devono ormai solo barricarsi in casa", dichiara la giovane. Che soffre ancora dei postumi della brutale aggressione, non solo per i dolori fisici alla schiena, al collo e al volto dovuti alle botte ricevute.
"Sono i dolori dell'anima che non se ne vanno. Gli incubi notturni, la depressione, l'ansia, la paura".
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