venerdì 25 dicembre 2009

Io pito



"Avevo 14 anni quando scrissi la lettera di ammissione. Volevo dirlo a mia madre, invece mi indussero a tacere."
Eva Siciliano, ex numeraria

"Stento a credere che in ambiente ecclesiastico non siano giunte le denunce di madri e padri trafitti dal dolore per aver perso i figli, inghiottiti dall’Opus Dei. Perché si continua a tacere?"
Franca Rotonnelli De Gironimo, ex soprannumeraria

"Ogni volta che se ne parla sui giornali, sui libri, in televisione, non posso che ripensare a quegli anni... Oggi i miei figli sono piccoli, fra le preoccupazioni che ho come genitore c’è quella che possano finire nell’Opus Dei."
Saverio, ex numerario, oggi dirigente nel settore finanza

"Quando a 18 anni ho cominciato a frequentare le attività formative con i numerari di tutto il mondo, mi sembrava di vivere in una dimensione speciale. All'interno di strutture bellissime, ville di lusso, aree verdi, centri di studio perfettamente attrezzati, ero rapita dal clima di entusiasmo e dedizione collettiva. Per non parlare del privilegio di essere ricevuti dal Papa.
Avevo più di trent'anni quando sono uscita dall'Opera, ma emotivamente ero ancora una bambina, un'aliena catapultata nel mondo di tutti i giorni".
"Proselitismo esasperato, alienazione della personalità, allontanamento dalla famiglia di origine, isolamento sociale e affettivo, formazione all'infantilismo e alla dipendenza dai direttori, controllo della cultura e dell'informazione per forgiare la vulnerabilità psicologica".
Emanuela Provera, ex numeraria

"Vai fuori e convinci quelli che trovi a venire e a riempire la mia casa; costringili a entrare, spingili... bisogna uccidersi per il proselitismo"
Josemaría Escrivá de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei

La prelatura personale fondata dal sacerdote spagnolo Josemaria Escrivà de Balaguer, canonizzato nel 2002 da Karol Wojtyla, è un centro di eccellenza della chiesa cattolica. Gli 85.000 membri dichiarati dalla prelatura, distinti in numerari, soprannumerari e aggregati, perseguono la santità nel lavoro e nella vita quotidiana seguendo i rigidi precetti di Balaguer racchiusi negli scritti Cammino, Solco e Forgia, applicandosi poi a opere di formazione culturale, professionale e religiosa.
Un'esperienza totalizzante a cui si offrono ogni anno migliaia di giovani.
Pitare, termine mutuato dallo spagnolo, significa fischiare, o annunciare la propria voglia di unirsi all'Opus Dei.
Se hai pitato l'hai fatto comunque per tutta la vita: impossibile tirarsi indietro del tutto, riprendersi la propria vita e i propri beni.
Lasciare l'Opera è scoraggiato con sottili ricatti che inducono al senso di colpa, insistendo sul disastro spirituale e sulla presenza dell'inferno e del Diavolo al di fuori della prelatura. E in ogni caso nessuno può impedire ad un numerario di andarsene, ma i suoi beni rimangono intestati all'Opera. Chi diventa numerario deve fare testamento entro i 23 anni e destina tutte le sue sostanze all'Opus Dei.
Dunque ti ritrovi solo nel mondo reale, senza un conto in banca, senza soldi, senza una casa dove stare e con un mondo di rapporti personali e affettivi tutto da ricostruire.

martedì 15 dicembre 2009

Vota Mohammed!!



“Un’onda che attraverserà l’intera Europa”.
Nell’editoriale di prima pagina sul Corriere della Sera Angelo Panebianco ha parlato chiaramente di “ideologia della cosiddetta Rinascita islamica, impregnata di valori antioccidentali”. E’ quest’ideologia ad animare i partiti islamisti in Europa.
«Per le prossime elezioni, formazioni politiche di ispirazione islamica saranno, a livello nazionale, una realtà anche in Italia», annuncia su youtube, ospite del programma KlausCondicio, il portavoce dell’UCOII, Ezzeddine Elzir. Senza troppe pretese perché, spiega, «gli italiani di fede islamica sono 50mila ed è giusto che chi lo desidera possa votare un partito che difenda le esigenze della comunità musulmana, come è avvenuto in Spagna con la nascita del Prune (Partito del Rinascimento e Unione Spagna)».
In Spagna la lista islamista che difende i principi del Corano punta a presentarsi alle amministrative del 2011 per fare il pieno di voti. La Spagna è l’unico paese europeo che ha subìto l’occupazione degli arabi per quasi otto secoli. Il bacino elettorale potenziale del nascente partito conta 1,3 milioni di musulmani. Il partito promette che “terrà conto dell’islam nel suo agire politico, considerandolo come fattore determinante nella rigenerazione morale ed etica della società spagnola”.

Di un simile suprematismo shariaco è piena l’Europa.
Una Muslim Democratic Union è appena nata in Bulgaria. Il finlandese Islamic Party è stato fondato da Abdullah Tammi, convertito all’islam negli anni Settanta, e ha un “programma verde” (colore sacro all’islam) improntato al fondamentalismo: divieto di vendita di alcolici, esonero per gli studenti di materie non conformi all’islam, un codice di abbigliamento non immorale e così via. Anche in Olanda, dove il nome Mohammed è già oggi il più usato fra i nuovi nati, e ad Amsterdam dove l’islam è la prima religione professata dalla popolazione, si presenterà alle elezioni il Dutch Muslim Party. E’ guidato da un convertito all’islam, Henny Kreeft. In Svezia il musulmano Mohammed Omar sta creando una lista antisionista per raccogliere consensi sulla causa palestinese. In Danimarca c’è la Liberal Alliance, che nelle elezioni del 2007 ha ottenuto cinque seggi al Parlamento e ha come leader il deputato Naser Khader, padre palestinese e madre siriana, il quale reclama da Copenaghen un mea culpa di stato per le vignette sul Profeta.

Circa i programmi di queste realtà, Elzir spiega che verteranno principalmente sulla richiesta di «luoghi di culto, scuole e luoghi di aggregazione dove si possa praticare la nostra religione».
Nessun accenno al bene comune o a interessi più generali: l’unico obiettivo appare autoreferenziale, se non esclusivamente la ricerca del finanziamento ai partiti.
Una formazione dichiaratamente islamica sarebbe illegale perfino in Turchia, dove la costituzione non consente di fondare partiti su base religiosa. Se i loro vertici presentano ricorso contro lo scioglimento, finiscono per soccombere perfino davanti alla Corte europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo com’è già accaduto nel 2001.

Di una lista civica islamica si parla anche a Milano. Si chiama “Milano Nuova” e ne è leader Abdel Hamid Shaari, rettore di quella moschea di viale Jenner accusata di collusione coi qaidisti e frequentata dal primo kamikaze italiano, Mohammed Game.
Shaari è “persona non gradita” in un grande paese musulmano come l’Egitto, che l’ha respinto alla frontiera.
Ci sono paesini in Veneto, in Lombardia e in giro per la penisola dove la popolazione immigrata di religione islamica tocca percentuali del 20 per cento e più. A Mazara del Vallo, nel Trapanese, si sono già ripresi la vecchia casbah e gli italiani non sono graditi. Ma alcuni degli abitanti dei ghetti islamici sono già riusciti a conquistarsi la cittadinanza. E gli obiettivi politici, che si sono rivelati irraggiungibili con la partecipazione alla Consulta islamica (poi congelata dal ministro dell’Interno Roberto Maroni), potrebbero rivelarsi più vicini grazie a un drappello sufficientemente nutrito di consiglieri comunali.

E le Istituzioni come reagiscono?
Con il pdl e la Lega che tentano di riparare alle idiozie dell'intruso sulla cittadinanza a 5 anni.
Con la proposta di inserire a scuola l'ora di religione islamica, l'islam religione di pace...
La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso, eccetto quelli che si pentono prima di cadere nelle vostre mani. Sappiate, Allah è perdonatore, misericordioso..."
Dal Sacro Corano, prossimamente nelle nostre scuole.

martedì 8 dicembre 2009

Eravamo quattro amici al bar

Qui Polonia
«Il comunismo è stato un sistema terribile, un regime assassino costato la vita a milioni di persone; i regimi comunisti non erano per nulla diversi dal nazionalsocialismo e dunque non c'è ragione di riservare trattamenti diversi ai simboli dei due sistemi».
Collanine con falce e martello, magliette con la foto del Che e santini di Lenin?
«Grazie a questa legge i simboli del comunismo sono equiparati ai simboli del genocidio e non hanno più diritto d'esistere».
Fino a due anni di carcere spetteranno dunque a chiunque porterà in gloria il comunismo attraverso qualsiasi tipo di simbolo.

Qui italia
Con una grande assemblea al teatro Brancaccio di Roma, convocata a quattro passi da piazza san Giovanni, nasce la Federazione della Sinistra. I promotori sono quattro: due partiti, Rifondazione comunista e i Comunisti italiani, e due associazioni, Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà.

«È tempo di smetterla con le divisioni a sinistra. Parte un processo costituente aperto a tutti»
Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione

«C'è un bisogno disperato di sinistra in questo paese: la prova è nel voto al Senato sulle missioni, Afghanistan compreso. Nessuno ha votato contro, sta vincendo il pensiero unico»
Oliviero Diliberto, leader del Pdci

Siamo sempre un passo avanti

venerdì 4 dicembre 2009

Wind of CHANGE



"Come comandante in campo, ho deciso di inviare altri 30mila soldati in Afghanistan nel vitale interesse della nostra nazione. (...) Sono convinto che la nostra sicurezza è a rischio in Afghanistan e Pakistan. Quello è l'epicentro dell'estremismo violento praticato da Al Qaeda. E' da laggiù che noi siamo stati attaccati l'11 settembre ed da laggiù che, mentre parlo, nuovi attacchi vengono pianificati".

Obama ha detto quello che avrebbe detto Bush. Il discorso pronunciato a West Point dal premio Nobel per la pace poteva essere benissimo pronunciato dal presidente guerrafondaio che lo ha preceduto. Stesse parole, stessi concetti, stessa visione politica, stessa propaganda basata su falsità.
Il presidente Barack, dopo aver già raddoppiato nel giro di un anno il numero dei soldati Usa schierati in Afghanistan (erano 32mila quando arrivò alla Casa Bianca, sono 68mila oggi), ora manda al fronte altri 30mila giovani americani, li manda a uccidere e morire.
(http://it.peacereporter.net)

Obama ha deciso di consolidare con altri 30 mila soldati in soli sei mesi la presenza americana in Afghanistan, e senza ancora che la stampa europea se ne stia accorgendo, sta finendo mani e piedi anche dentro le sabbie mobili somale, con una strategia per il corno d'Africa perlomeno discutibile. Curioso che tutto questo sia deciso da uno che ha vinto anche il premio Nobel per la Pace.
(Roberto Cotroneo, L'Unità)

"Mi sento male per il presidente, ma peggio per i soldati che andranno a morire. Sono triste per le loro famiglie e i loro amici che non li vedranno più tornare a casa. Se Obama non cambia idea sarà il suo Vietnam. Molti americani ormai si chiedono perché siamo lì, e perché mandiamo a morire altri ragazzi. Obama ha appena detto che siamo lì perché siamo stati aggrediti dall'Afghanistan. Ma io non penso che le cose stanno così: quindici dei diciannove terroristi dell'11 settembre erano sauditi e nessuno di loro era afgano. E' folle. La guerra in Afghanistan sta durando il doppio della seconda guerra mondiale: ma noi in quegli anni sconfiggemmo Hitler e Mussolini, mentre ora, nel doppio del tempo, non siamo nemmeno riusciti a trovare Osama Bin Laden..."
(Michael Moore, figura simbolo della sinistra americana)

Il mondo è cambiato, mai più lacrime per guerre ingiuste...

Abbiamo il Leader!!


The IHC is pleased to announce Michael S. as the winner of the Leader of the Post-2012 World contest. Participants of the contest vied for the title by competing in online games and campaigning for themselves across various web outlets. Michael recieved the most votes of the 12 finalists. Welcome to the IHC family Michael.