Martedì 6 luglio 2010
«Un grande paese democratico ha bisogno di un'informazione forte, libera e autorevole. In un grande paese democratico la libertà di stampa non è mai sufficiente»
Gianfranco Fini, presidente della Camera
"La libertà d’informazione è forse una libertà superiore ad altre costituzionalmente protette e come tale va difesa da ogni tentativo di compressione"
Corrado Calabrò, Presidente dell'Authority per le comunicazioni
Mercoledì 7 luglio 2010
Carissimi lettori de Il Legno Storto, con grandissima amarezza vi annunciamo che in questi giorni il nostro giornale sta correndo il pericolo di essere chiuso.
Negli ultimi tempi, infatti, ben due magistrati, cioè il dr. Luigi Palamara e il dr. Pier Camillo Davigo, ci hanno querelato. Per l'esattezza la Procura di Roma ci ha comunicato (attraverso il quotidiano la Repubblica, divenuto ormai il "postino" e il "megafono" delle procure) che ha aperto un fascicolo per le minacce che noi avremmo formulato con questo articolo nei confronti del dr. Palamara. Sono in corso indagini (siamo stati già chiamati dalla Digos di Milano) che, al momento, non sappiamo come e quando finiranno: ma è facile immaginare il peggio...
Sarà a questa libertà che i prodi difensori si riferivano?
«Un grande paese democratico ha bisogno di un'informazione forte, libera e autorevole. In un grande paese democratico la libertà di stampa non è mai sufficiente»
Gianfranco Fini, presidente della Camera
"La libertà d’informazione è forse una libertà superiore ad altre costituzionalmente protette e come tale va difesa da ogni tentativo di compressione"
Corrado Calabrò, Presidente dell'Authority per le comunicazioni
Mercoledì 7 luglio 2010
Carissimi lettori de Il Legno Storto, con grandissima amarezza vi annunciamo che in questi giorni il nostro giornale sta correndo il pericolo di essere chiuso.
Negli ultimi tempi, infatti, ben due magistrati, cioè il dr. Luigi Palamara e il dr. Pier Camillo Davigo, ci hanno querelato. Per l'esattezza la Procura di Roma ci ha comunicato (attraverso il quotidiano la Repubblica, divenuto ormai il "postino" e il "megafono" delle procure) che ha aperto un fascicolo per le minacce che noi avremmo formulato con questo articolo nei confronti del dr. Palamara. Sono in corso indagini (siamo stati già chiamati dalla Digos di Milano) che, al momento, non sappiamo come e quando finiranno: ma è facile immaginare il peggio...
Sarà a questa libertà che i prodi difensori si riferivano?
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