giovedì 23 dicembre 2010

Weekend school



In Gran Bretagna, terra di Magna Charta e Common Law, 5 mila ragazzi dai 6 ai 18 anni imparano nel corso del weekend come amputare gli arti ai ladri, odiare i sionisti, giustiziare i sodomiti.
È stata la Bbc a scoprirlo, servendosi di un dodicenne munito di microcamera che ha registrato qualche ora di doposcuola per giovani islamici gestito dall’associazione “Club e scuole degli studenti sauditi”. Le scuole di sharia aprono la sera e i giorni del fine settimana. Le famiglie musulmane ci mandano i figli, nati inglesi, perché imparino qualcosa delle loro radici.
Un libro per gli alunni quindicenni insegna le implacabili punizioni della legge islamica. Non solo. Disegni precisi e schemi mostrano come si fa: “Bisogna tagliare la mano destra all’altezza del polso. Poi la ferita va cauterizzata per evitare che il soggetto muoia dissanguato”.
Per gli atti di sodomia è prevista la pena di morte. Nel sussidiario gli allievi trovano le dotte analisi di diverse scuole di pensiero sul modo di infliggere la pena: si può optare per la lapidazione, oppure si può dare fuoco al soggetto o gettarlo da una scogliera.
Il capitolo ebrei è ampio e dettagliato. Spesso sono definiti “maiali” o “scimmie”. E come compito a casa viene chiesto di elencare tutte le loro “riprovevoli caratteristiche”.
Inoltre il giovane anglo-islamico tormentato riguardo al destino ultraterreno dei suoi amici cristiani o buddisti trova una sicura risposta: i non musulmani finiranno scaraventati nelle fiamme eterne dell’inferno. Chiaro che, per il loro bene, ci si senta in dovere di convertirli. Con le buone o, se necessario, con le cattive. Il governo dell’Arabia Saudita nega ogni coinvolgimento, nonostante una delle 40 scuole sia di sua proprietà. Il direttore dell’associazione che gestisce i corsi invece ha affermato di rispondere del suo lavoro all’ambasciata saudita di Londra ed ha cercato di ridimensionare la gravità della situazione: i libri conterrebbero solo “descrizioni storiche” della Shar’ia e le cose mostrate dal servizio televisivo sono state “decontestualizzate”.

A questo punto, è proprio il contesto generale che il ministro dell’Istruzione britannico, Michael Gove, si trova costretto a capire meglio. Il governo non ha concesso sussidi statali né strutture pubbliche al Club saudita, ma in futuro esaminerà e terrà sotto stretto controllo ciò che si insegna all’interno dei suoi confini. La crisi del vecchio modello di integrazione multiculturale britannico è ormai innegabile.
Per troppi anni si è fatto finta di niente.

Nessun commento:

Posta un commento