mercoledì 4 maggio 2011

Tiro Mancino


"Berlusconi e Dell'Utri non c'entrano nulla con le stragi. Come mandanti esterni, l’ho sempre detto, non centravano nulla...".
La trattativa con lo Stato, tra 1992 e 1994, ci fu eccome. Quindici-venti giorni prima della morte di Borsellino, Brusca incontrò Riina che gli disse: "Finalmente si sono fatti sotto, gli ho consegnato un papello con tutta una serie di richieste. Il tramite non me lo disse - ricorda Brusca -, ma mi fece il nome del committente finale. Quello dell’allora ministro dell’Interno, Nicola Mancino". Queste le parole con cui il pentito - mafioso già condannato a 20 anni per le stragi di Roma, Firenze e Milano - indica il nome di quello che secondo la sua dichiarazione sarebbe il 'committente' nelle istituzioni in quella che viene chiamata la trattativa tra Stato e mafia.

Berlusconi "estraneo", Mancino il "committente".
Sarà considerato attendibile quanto lo sono stati Spatuzza e Ciancimino?
Sarà la morte di Bin Laden, sarà la beatificazione di Wojtyla, sarà la questione libica, ma questa "notizia" ha avuto pochissimo risalto nei principali organi di comunicazione: e se avesse dichiarato esattamente il contrario, sarebbe stato lo stesso?
Domande a cui è difficile rispondere...

Intanto arriva una prima reazione alla deposizione di Brusca:
"E' una vendetta contro chi ha combattuto la mafia con leggi che hanno consentito di concludere il maxiprocesso e di perfezionare e rendere più severa la legislazione di contrasto alla criminalità organizzata".
Lo ha detto Nicola Mancino, ma sembra copiato da Berlusconi.

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