«Ci manca, manca ai lavoratori di questo paese».
Risponde così Oliviero Diliberto al Riformista che gli chiede se per caso non sia sua intenzione rifare il Pci.
«Non sono pazzo - aggiunge - So che non è obiettivo realistico una forza del 30 per cento, ma mi basterebbe dar vita a un partito comunista di media dimensione come la Rifondazione degli anni Novanta».
Non è pazzo.
Diliberto spiega la necessità di rifare il Pci osservando che dopo la sua fine ci sono stati danni ai diritti dei lavoratori e porta come esempi soppressione della scala mobile, abbassamento delle pensioni con introduzione del sistema contributivo, precarizzazione del lavoro. «Ora - dice - siamo addirittura alla proposta di inibire il diritto di sciopero».
Con il sistema contributivo c'è un abbassamento delle pensioni; rimanendo al sistema retributivo ci sarebbe stato un azzeramento delle pensioni.
Però non è pazzo.
Il segretario dei Comunisti Italiani ricorda i vari passaggi, dalla svolta della Bolognina: «Occhetto se avesse fatto un partito socialdemocratico lo avrei capito, non sarei stato d'accordo ma avrei capito invece ha fatto una melassa; a una Bolognina con vent'anni di ritardo che qualcuno prefigura un'alleanza con socialisti filo atlantici e favorevoli alla legge Biagi». Alla crisi dei Paesi dell'est: «sul lastrico ci sono caduti dopo la crisi del socialismo con un sistema allucinante delle privatizzazioni».
La Corea del Nord ha privatizzato la gestione dell'energia elettrica, per questo è all'oscuro.
Però non è pazzo.
In fin dei conti ha ragione.
Ci manca.
Risponde così Oliviero Diliberto al Riformista che gli chiede se per caso non sia sua intenzione rifare il Pci.
«Non sono pazzo - aggiunge - So che non è obiettivo realistico una forza del 30 per cento, ma mi basterebbe dar vita a un partito comunista di media dimensione come la Rifondazione degli anni Novanta».
Non è pazzo.
Diliberto spiega la necessità di rifare il Pci osservando che dopo la sua fine ci sono stati danni ai diritti dei lavoratori e porta come esempi soppressione della scala mobile, abbassamento delle pensioni con introduzione del sistema contributivo, precarizzazione del lavoro. «Ora - dice - siamo addirittura alla proposta di inibire il diritto di sciopero».
Con il sistema contributivo c'è un abbassamento delle pensioni; rimanendo al sistema retributivo ci sarebbe stato un azzeramento delle pensioni.
Però non è pazzo.
Il segretario dei Comunisti Italiani ricorda i vari passaggi, dalla svolta della Bolognina: «Occhetto se avesse fatto un partito socialdemocratico lo avrei capito, non sarei stato d'accordo ma avrei capito invece ha fatto una melassa; a una Bolognina con vent'anni di ritardo che qualcuno prefigura un'alleanza con socialisti filo atlantici e favorevoli alla legge Biagi». Alla crisi dei Paesi dell'est: «sul lastrico ci sono caduti dopo la crisi del socialismo con un sistema allucinante delle privatizzazioni».
La Corea del Nord ha privatizzato la gestione dell'energia elettrica, per questo è all'oscuro.
Però non è pazzo.
In fin dei conti ha ragione.
Ci manca.
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