mercoledì 27 maggio 2009

L'altra faccia dell'islam

L’acido solforico è un liquido corrosivo in commercio a basso costo. Si utilizza per le batterie delle auto. Basta un bicchiere in pieno viso e il tessuto della pelle viene divorato in un istante.
I danni funzionali sono permanenti. Spesso si perde la vista, i capelli non hanno più possibilità di crescita e ne è condizionato il movimento facciale. Le persone colpite sono costrette ad alimentarsi di liquidi per mezzo di una cannuccia.
L’acido può penetrare fino alle ossa, intaccando i muscoli. A volte la sua azione devastante continua nel tempo e se gli interventi non sono immediati, in alcuni casi le vittime muoiono. Alcune tentano il suicidio.


C'è un paese dove, a volte, basta rifiutare gli apprezzamenti di un uomo perchè una donna si ritrovi con il volto segnato per sempre dall'acido. Oppure fare uno sgarbo a una famiglia di vicini, o ancora contestare la proprietà di un terreno. In Bangladesh il getto dall'acido sui volti è un modo per farsi giustizia. Funziona anche in India e in Pakistan.

Sono state soprattutto le donne nel mirino di questo genere di violenza. Quelle che hanno cercato di ribellarsi alle regole imposte dalla tradizione. Il primo caso documentato di aggressione con l’acido risale al 1967 quando una giovane venne colpita da un pretendente perché la madre non accettò la proposta matrimoniale dell’uomo. Nel 2002 le donne colpite sono state 485. La maggior parte degli attacchi avviene nelle periferie, tra la gente povera. La donna non può respingere le attenzioni di un uomo, perché il rifiuto viene visto come un insulto alla sua famiglia. Non ha diritto a possedere nulla. E quando subisce questi attacchi, perde anche la possibilità di sposarsi.

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