martedì 8 dicembre 2009

Eravamo quattro amici al bar

Qui Polonia
«Il comunismo è stato un sistema terribile, un regime assassino costato la vita a milioni di persone; i regimi comunisti non erano per nulla diversi dal nazionalsocialismo e dunque non c'è ragione di riservare trattamenti diversi ai simboli dei due sistemi».
Collanine con falce e martello, magliette con la foto del Che e santini di Lenin?
«Grazie a questa legge i simboli del comunismo sono equiparati ai simboli del genocidio e non hanno più diritto d'esistere».
Fino a due anni di carcere spetteranno dunque a chiunque porterà in gloria il comunismo attraverso qualsiasi tipo di simbolo.

Qui italia
Con una grande assemblea al teatro Brancaccio di Roma, convocata a quattro passi da piazza san Giovanni, nasce la Federazione della Sinistra. I promotori sono quattro: due partiti, Rifondazione comunista e i Comunisti italiani, e due associazioni, Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà.

«È tempo di smetterla con le divisioni a sinistra. Parte un processo costituente aperto a tutti»
Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione

«C'è un bisogno disperato di sinistra in questo paese: la prova è nel voto al Senato sulle missioni, Afghanistan compreso. Nessuno ha votato contro, sta vincendo il pensiero unico»
Oliviero Diliberto, leader del Pdci

Siamo sempre un passo avanti

2 commenti:

  1. Mi sembra che una legge come quella polacca che punisce con 2 anni di galera «la produzione, la distribuzione, la vendita o il solo possesso di oggetti che richiamano al fascismo, al comunismo o ad altri simboli di totalitarismi» sia abbastanza ridicola, certamente una persone che avrebbe problemi è Vittorio Feltri, che quando era con Libero pubblicava santini nostalgici dell'era fascista come il "calendario del Duce".
    I nostalgici delle dittature sono cretini a qualsiasi fazione appartengano.

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  2. Sono d'accordo con l'ultimo pensiero; il problema è capire che nei paesi che il comunismo l'hanno subito non c'è difficoltà a metterlo sullo stesso piano del fascismo/nazismo, cosa che qui non è minimamente immaginabile.

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