Azione notturna, nome in codice “colpo di spada”.
Con elicotteri e veicoli corazzati il Pentagono ha scaricato (il 2 luglio scorso) circa 4000 soldati americani nella valle afghana di Helmand, nel meridione del Paese controllato dai Talebani. È la prima operazione in larga scala operata dai marines del generale David Petraeus da quando Obama è diventato comandante in capo, e lo scopo tattico è di spazzare i miliziani islamici dai villaggi dell’area prima che si tengano le elezioni locali il 20 agosto.
Niente di simile si era visto, in una singola offensiva, dal Vietnam.
I marines Usa tornano così ad essere “eroi”, dopo gli anni di Bush in cui deposero un dittatore e riuscirono ad espellere dall’Iraq Al Qaeda, solo per essere trattati dalla stampa di sinistra come truppe di occupazione straniere che toglievano la libertà a un popolo e volevano rubare il petrolio.
Non c’è che da rallegrarsi della conversione militarista di Obama e dei suoi fans, visto che il nemico è sempre quello, gli islamici estremisti. Dalle bombe alle ambasciate africane Usa (negli anni di Clinton) agli attacchi alle Torri Gemelle-Londra-Madrid (sotto Bush), e fino all’attentato all’albergo di Mumbai in India (nella transizione tra Bush e Obama) Al Qaeda e i Talebani hanno sempre pensato di distruggere l’America, l’Occidente e i suoi valori, senza pelose distinzioni politiche.
I Democratici Usa e gli anti-americani globali hanno invece fatto il tifo contro, perché si trattava di portare in vetta Obama. Il quale, in Senato, partecipò alla fronda di parlamentari che si opposero rumorosamente al colpo di spada di Bush e arrivarono agli insulti contro Petraeus, colpevole di far vincere le sue truppe in Iraq. Ora gli stessi marines, quelli che dal primo luglio 2009 hanno iniziato l’onorevolissimo ritiro da Bagdad, vittoriosi nella guerra dichiarata “persa” dal leader democratico del Senato Reid, concedono il bis in Afghanistan, o almeno rischiano la vita per riuscirci: un militare Usa, in altra zona del paese, è scomparso da martedì e viene dato per «rapito da forze estremiste» dal Pentagono.
Adesso c’è sempre Petraeus a dirigere la strategia, ma il suo boss ora è Barack, che naturalmente se lo tiene ben stretto, come ha fatto con il ministro della Difesa Robert Gates, che lavorò anche con Bush. Gli ufficiali coinvolti nell’offensiva hanno fatto notare che è la più massiccia e la più veloce da quella che nel 2004 impegnò i marines nell’attacco alla roccaforte sunnita irachena di Falluja. Ma allora, gli eroi per la sinistra e i liberal Usa erano i “resistenti”, non i ragazzi bianchi, neri e gialli con la divisa americana. Adesso, si può tifare finalmente insieme per i 4000 yankees e i 650 militari afghani addestrati dalla Nato che conquistano una regione coperta di campi d’oppio e infestata dai fanatici che vogliono insediare la legge e i tribunali della sharia.
Un’unità dei marines ha scambiato colpi di mitra con una ventina di insorti ed anche i soldati afghani hanno sparato in risposta a colpi di mortaio piovuti da una roccaforte nemica. Durante la marcia, un «marine è stato ferito da una mina ma è stato in grado di proseguire», ha raccontato il portavoce Bill Pelletier. L’Associated Press ha fedelmente riportato l’atto di eroismo: dobbiamo riabituarci ai soldati americani rambo alla John Wayne, ora che il capo è Lui e le Sue guerre sono tutte giuste.
Il Pentagono sta traslocando in Afghanistan, per lo più dall’Iraq, circa 21 mila soldati aggiuntivi che serviranno a proteggere i seggi elettorali: inutile dire che anche le elezioni, con le schede benedette da Obama, saranno stavolta una cosa seria e democratica, e non da irridere come quando le avevano “imposte le baionette del texano”. I piani sono di portare l’intero corpo di spedizione a 68mila entro la fine di dicembre, ma è solo una tappa intermedia: Obama ha intenzione di salire a 80 mila e, nel 2011, a 134mila soldati, il numero magico che c’era anche in Iraq. Tra gli obiettivi, disporre di più ufficiali e istruttori in grado di addestrare le truppe nazionali e la polizia locale.
Se sembra la fotocopia del piano di Bush è perchè lo è. Mai più lacrime per guerre ingiuste...
Con elicotteri e veicoli corazzati il Pentagono ha scaricato (il 2 luglio scorso) circa 4000 soldati americani nella valle afghana di Helmand, nel meridione del Paese controllato dai Talebani. È la prima operazione in larga scala operata dai marines del generale David Petraeus da quando Obama è diventato comandante in capo, e lo scopo tattico è di spazzare i miliziani islamici dai villaggi dell’area prima che si tengano le elezioni locali il 20 agosto.
Niente di simile si era visto, in una singola offensiva, dal Vietnam.
I marines Usa tornano così ad essere “eroi”, dopo gli anni di Bush in cui deposero un dittatore e riuscirono ad espellere dall’Iraq Al Qaeda, solo per essere trattati dalla stampa di sinistra come truppe di occupazione straniere che toglievano la libertà a un popolo e volevano rubare il petrolio.
Non c’è che da rallegrarsi della conversione militarista di Obama e dei suoi fans, visto che il nemico è sempre quello, gli islamici estremisti. Dalle bombe alle ambasciate africane Usa (negli anni di Clinton) agli attacchi alle Torri Gemelle-Londra-Madrid (sotto Bush), e fino all’attentato all’albergo di Mumbai in India (nella transizione tra Bush e Obama) Al Qaeda e i Talebani hanno sempre pensato di distruggere l’America, l’Occidente e i suoi valori, senza pelose distinzioni politiche.
I Democratici Usa e gli anti-americani globali hanno invece fatto il tifo contro, perché si trattava di portare in vetta Obama. Il quale, in Senato, partecipò alla fronda di parlamentari che si opposero rumorosamente al colpo di spada di Bush e arrivarono agli insulti contro Petraeus, colpevole di far vincere le sue truppe in Iraq. Ora gli stessi marines, quelli che dal primo luglio 2009 hanno iniziato l’onorevolissimo ritiro da Bagdad, vittoriosi nella guerra dichiarata “persa” dal leader democratico del Senato Reid, concedono il bis in Afghanistan, o almeno rischiano la vita per riuscirci: un militare Usa, in altra zona del paese, è scomparso da martedì e viene dato per «rapito da forze estremiste» dal Pentagono.
Adesso c’è sempre Petraeus a dirigere la strategia, ma il suo boss ora è Barack, che naturalmente se lo tiene ben stretto, come ha fatto con il ministro della Difesa Robert Gates, che lavorò anche con Bush. Gli ufficiali coinvolti nell’offensiva hanno fatto notare che è la più massiccia e la più veloce da quella che nel 2004 impegnò i marines nell’attacco alla roccaforte sunnita irachena di Falluja. Ma allora, gli eroi per la sinistra e i liberal Usa erano i “resistenti”, non i ragazzi bianchi, neri e gialli con la divisa americana. Adesso, si può tifare finalmente insieme per i 4000 yankees e i 650 militari afghani addestrati dalla Nato che conquistano una regione coperta di campi d’oppio e infestata dai fanatici che vogliono insediare la legge e i tribunali della sharia.
Un’unità dei marines ha scambiato colpi di mitra con una ventina di insorti ed anche i soldati afghani hanno sparato in risposta a colpi di mortaio piovuti da una roccaforte nemica. Durante la marcia, un «marine è stato ferito da una mina ma è stato in grado di proseguire», ha raccontato il portavoce Bill Pelletier. L’Associated Press ha fedelmente riportato l’atto di eroismo: dobbiamo riabituarci ai soldati americani rambo alla John Wayne, ora che il capo è Lui e le Sue guerre sono tutte giuste.
Il Pentagono sta traslocando in Afghanistan, per lo più dall’Iraq, circa 21 mila soldati aggiuntivi che serviranno a proteggere i seggi elettorali: inutile dire che anche le elezioni, con le schede benedette da Obama, saranno stavolta una cosa seria e democratica, e non da irridere come quando le avevano “imposte le baionette del texano”. I piani sono di portare l’intero corpo di spedizione a 68mila entro la fine di dicembre, ma è solo una tappa intermedia: Obama ha intenzione di salire a 80 mila e, nel 2011, a 134mila soldati, il numero magico che c’era anche in Iraq. Tra gli obiettivi, disporre di più ufficiali e istruttori in grado di addestrare le truppe nazionali e la polizia locale.
Se sembra la fotocopia del piano di Bush è perchè lo è. Mai più lacrime per guerre ingiuste...
Nessun commento:
Posta un commento