Un pastore protestante di una chiesa evangelica della Florida dichiara di voler bruciare copie del corano nell'anniversario dell'11 settembre.
"Atti del genere non possono essere approvati da alcuna religione.
Mi sento profondamente turbato da questa iniziativa".
Ban Ki-moon, segretario generale dell'Onu
"Invece che bruciare il corano, incoraggerei la gente a leggerlo".
Tony Blair, ex premier britannico e membro del Quartetto per il Medio Oriente.
E' probabile che Blair il corano lo abbia letto, è altrettanto ovvio che non l'abbia capito (ogni riferimento non è puramente casuale).
Quello che invece provoca più disgusto è l'ipocrisia di un organismo internazionale che, nella persona del suo segretario, esprime turbamento.
Forse tutti sanno che solo nel 2010, in Iran sono state eseguite già 160 condanne a morte.
Nella prigione di Tabriz, dove è reclusa da ormai quattro anni Sakineh, si trovano altre donne in attesa della medesima condanna, e tra loro anche minorenni. Sakineh Ashtiani dopo aver subito la pena della fustigazione davanti a uno dei suoi figli, è stata costretta a una confessione pubblica anche in concorso in omicidio, per poter accelerare l'iter dell'esecuzione capitale.
L'Onu si preoccupa del rogo di un libro, ma si guarda bene dal provare turbamento per la lapidazione di una donna iraniana.
Forse all'Onu si stanno occupando del caso, forse se ne sta occupando proprio la Commissione per lo Status delle Donne.
Forse non tutti sanno che da maggio l'Iran, dopo aver fallito nell'ottenere un seggio nel Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu, è stato eletto membro della Commissione per lo Status delle Donne.
Nove anni dopo l'11 settembre l'islam istituzionalizzato la fa da padrone nella più importante ed estesa organizzazione intergovernativa mondiale.
Nove anni dopo l'11 settembre la lapidazione di un'adultera provoca meno scalpore del rogo di un libro.
Nove anni dopo l'11 settembre "uno dei pochi giornalisti non allineati e realmente anticonformisti", collaboratore del quotidiano campione della libertà di pensiero scrive:
"La pena di morte è in vigore anche in Paesi considerati campioni della civiltà, come gli Stati Uniti, e nessuno Stato lascerebbe a piede libero un assassino. Quanto all'adulterio è considerato un reato meritevole della pena capitale non solo in Iran ma in molti altri Paesi islamici che hanno una cultura e una morale diversissime dalle nostre soprattutto per quel che riguarda la famiglia".
(Si chiama Fini, basta il cognome)
Facciamo progressi, l'integrazione tra le due "civiltà" prosegue spedita.
"Atti del genere non possono essere approvati da alcuna religione.
Mi sento profondamente turbato da questa iniziativa".
Ban Ki-moon, segretario generale dell'Onu
"Invece che bruciare il corano, incoraggerei la gente a leggerlo".
Tony Blair, ex premier britannico e membro del Quartetto per il Medio Oriente.
E' probabile che Blair il corano lo abbia letto, è altrettanto ovvio che non l'abbia capito (ogni riferimento non è puramente casuale).
Quello che invece provoca più disgusto è l'ipocrisia di un organismo internazionale che, nella persona del suo segretario, esprime turbamento.
Forse tutti sanno che solo nel 2010, in Iran sono state eseguite già 160 condanne a morte.
Nella prigione di Tabriz, dove è reclusa da ormai quattro anni Sakineh, si trovano altre donne in attesa della medesima condanna, e tra loro anche minorenni. Sakineh Ashtiani dopo aver subito la pena della fustigazione davanti a uno dei suoi figli, è stata costretta a una confessione pubblica anche in concorso in omicidio, per poter accelerare l'iter dell'esecuzione capitale.
L'Onu si preoccupa del rogo di un libro, ma si guarda bene dal provare turbamento per la lapidazione di una donna iraniana.
Forse all'Onu si stanno occupando del caso, forse se ne sta occupando proprio la Commissione per lo Status delle Donne.
Forse non tutti sanno che da maggio l'Iran, dopo aver fallito nell'ottenere un seggio nel Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu, è stato eletto membro della Commissione per lo Status delle Donne.
Nove anni dopo l'11 settembre l'islam istituzionalizzato la fa da padrone nella più importante ed estesa organizzazione intergovernativa mondiale.
Nove anni dopo l'11 settembre la lapidazione di un'adultera provoca meno scalpore del rogo di un libro.
Nove anni dopo l'11 settembre "uno dei pochi giornalisti non allineati e realmente anticonformisti", collaboratore del quotidiano campione della libertà di pensiero scrive:
"La pena di morte è in vigore anche in Paesi considerati campioni della civiltà, come gli Stati Uniti, e nessuno Stato lascerebbe a piede libero un assassino. Quanto all'adulterio è considerato un reato meritevole della pena capitale non solo in Iran ma in molti altri Paesi islamici che hanno una cultura e una morale diversissime dalle nostre soprattutto per quel che riguarda la famiglia".
(Si chiama Fini, basta il cognome)
Facciamo progressi, l'integrazione tra le due "civiltà" prosegue spedita.
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