martedì 27 gennaio 2009

Benedetto Hussein Obama

Con un'intervista rilasciata alla tv satellitare al Arabiya il presidente americano Barack Obama ha nuovamente teso la mano all’Islam e il risultato è stato un grande entusiasmo tra gli utenti dell’emittente saudita: una valanga di messaggi è arrivata al sito on-line della tv araba per congratularsi con "il Benedetto Hussein Obama": Barack in arabo significa appunto "benedetto".

NUOVE SPERANZE: «DISTINGUERE AL QUAEDA E ISLAM» - La svolta mediatica di un presidente Usa che per la prima volta si rivolge direttamente agli arabi provoca un plebiscitaria ondata di ottimismo: "Distinguere tra Al Qaeda e l’Islam è una cosa nuova e promette nuovi orizzonti", scrive "Musulm". «Se davvero nascerà uno stato palestinese, sicuramente ameremo l’America Signor onorevole presidente", scrive invece ’al Monsawary’.

I CONTRARI - Non manca una esigua minoranza (circa il 15% dei messaggi), che taccia il discorso di Obama di "propaganda" e lo accusa di raccontare "bugie". Ci sono fondamentalisti islamici che usano termini razzisti contro il colore della pelle del presidente Usa, ma anche altri che, preoccupati per il grande entusiasmo degli altri utenti, invitano a «tornare alla nostra fede che è l’unica che ci salverà, e non certo uno "schiavo negro"»: lo scrive "Abu Barq".

GLI SCETTICI - Ci sono ovviamente anche gli scettici, ma anche loro non riscono a spegenere del tutto un filo di speranza per il futuro: «Parole belle - commenta Mohammed al Halabi dalla Florida - ma per ora sono solo promesse. Attendiamo i fatti».
(da http://www.corriere.it)

Quando si afferma che Al Quaeda va distinta dall'Islam, si è consapevoli di cosa significhi Islam?
La sharia è Al Quaeda o Islam?
E la lapidazione?
E l'infibulazione?
E la pedofilia legalizzata?
E l'assoluta negazione delle libertà di pensiero, parola, culto, istruzione?

Cominciamo male, molto male.


domenica 25 gennaio 2009

La civiltà islamica

È noto l’uso talebanico di sodomizzare i propri bambini maschi per sfogarsi sessualmente proteggendo al contempo la verginità femminile che deve giungere integra al matrimonio, pena la degradazione della donna a peccaminoso oggetto di colpa, secondo l’interpretazione più oscurantista della legge coranica colà propugnata. L’ultima notizia arrivata ora dal fronte dei Taliban è che i militanti islamisti fra l’Afghanistan e il Pakistan stanno proseguendo la loro crociata contro le donne, e nelle zone sotto la loro influenza la nuova direttiva è la seguente: i genitori di bambine in età da marito (cioè appena hanno raggiunto la pubertà secondo l’islam più integralista, ma già dagli otto anni in base alle consuetudini locali) devono darle in spose ai Talebani, sotto pena d’incorrere in conseguenze terribili. Sono le moschee a diffondere pubblicamente questa campagna di matrimoni forzati, e a gestire la distribuzione delle ragazze e bambine fra i militanti.

Sulla rivista Times of India, ripresa dal sito di monitoraggio sull’islam Mille e una donna (http://milleeunadonna.blogspot.com), una maestra elementare di Peshawar, città nordoccidentale del Pakistan, ha rilasciato un’intervista in cui denuncia questa violenza, ultima d’una serie infinita. Salma, questo il nome della maestra, racconta come «I Talebani esigano che le famiglie in breve tempo dichiarino le loro figlie nubili nelle moschee, affinché s’incarichino d’offrirgliele in matrimonio. I Talebani presenti nella valle di Swat hanno poi minacciato le donne di pesanti pene se si troveranno fuori casa senza carta d’identità e senza un uomo della famiglia per accompagnarle. Una bambina di sette anni è stata sorpresa fuori casa da sola ed è stata massacrata di botte. Le coppie devono anche essere fornite di Nikah Nama, certificati di matrimonio, che devono portare con sé quando escono in strada, altrimenti saranno perseguibili. Notizie così si sentono ogni giorno alla radio illegale dei Talebani, detta Mullah Radio, da dove si proclama l’adozione della sharia (legge islamica) in tutta la regione di Swat». Gli orrori sono ormai quotidiani: «I Taliban hanno fatto saltare in aria o bruciato più di cento scuole per impedire alle donne di studiare – continua Salma – e per una donna è proibito perfino andare al mercato da sola. A noi insegnanti è vietato lavorare, così come a ogni operatrice sociale. Alcune mie colleghe maestre sono disperate anche perché erano l’unica fonte di reddito in famiglie dove gli uomini sono stati uccisi o mutilati. Le donne che lavorano fuori di casa, specialmente nel sociale, sono etichettate dai militanti islamici come immorali e quindi punite con la morte: come Bakht Zeba, un’amministratrice locale di 45 anni appena assassinata nella sua abitazione».


A Kandahar nel novembre scorso due uomini in moto hanno bruciato con l’acido un gruppo di 15 adolescenti sulla strada per la scuola. Due sorelle di 16 e 18 anni sono state ustionate orribilmente al viso. E non si può non ricordare Malalai Kakar, la prima donna poliziotto dell’Afghanistan, simbolo del riscatto femminile: dirigeva il Dipartimento per i reati sessuali nella terra del fondamentalismo religioso, ma a ottobre è stata assassinata da un commando di talebani.

In sé queste notizie non aggiungono nulla alla follia di cui siamo abituati a registrare studiando l’attività degli integralisti coranici nel mondo: ogni giorno si contabilizzano decine e decine di uccisioni di donne da parte del fanatismo islamico, lapidate, seppellite vive, seviziate in tutti i modi, e anche l’Afghanistan non ne è immune. Il problema è capire quanto l’Occidente voglia veramente resistere a tutto questo, e soprattutto quando capirà l’importanza della difesa delle donne islamiche nella lotta all’integralismo religioso.

Se l’Occidente oggi è diverso dal mondo islamico ed è un posto migliore per viverci, lo è proprio a causa delle sue conquiste civili e politiche: democrazia, diritti umani, separazione Stato/Chiesa, tolleranza, libertà sociali e religiose, cultura illuministica, lotta all’ignoranza, carità cristiana. L’esatto contrario della cultura islamica integralista. Ma le donne musulmane sono il ventre molle dell’islam, le sue prime vittime, anche quelle che vivono in Occidente: a loro occorre rivolgersi e con loro allearsi – proteggendole – per combattere la cultura maschilista islamica che si fa scudo di perverse interpretazioni coraniche allo scopo di mantenere posizioni di potere retrogrado, totalitario e medievale.

Per questo occorre denunciare l’ambiguità del cosiddetto islam moderato europeo, che nulla fa di concreto per emarginarne l’integralismo, Ucoii italiano e predicatori nelle moschee in prima linea. In realtà a non pochi musulmani maschi europei farebbe soltanto piacere che s’instaurasse la sharia. Come sta capitando in Inghilterra: dopo l’istituzione sciagurata delle corti islamiche per il diritto di famiglia, ora gli ospedali britannici ricevono casi su casi di donne musulmane picchiate e brutalizzate da mariti, fratelli, padri, giustificati dalla predicazione islamica. Fatima Husain, medico ostetrico e ginecologa negli ospedali di Heatherwood e di Wexham Park nel Berkshire, vede musulmane incinte arrivare con segni di strangolamento attorno al collo e lividi sul ventre gonfio; «Alcuni musulmani credono che Dio abbia concesso loro il diritto di perpetrare violenza fisica nei confronti delle loro mogli semplicemente perché è ciò che gli dice il Corano. Ne vedo il risultato quando sono ammesse qui come pazienti».

Ed ecco la differenza tra l’Occidente e l’islam: “Gli uomini hanno autorità sulle donne, a causa dei favori che Allah accorda a loro su esse, e anche a causa delle spese che fanno dei loro beni. Le donne virtuose sono obbedienti (ai loro mariti), e proteggono ciò che deve essere protetto, durante l’assenza dei loro coniugi, con la protezione di Allah. E quanto a quelle di cui temete la disobbedienza, allontanatevi da esse nei loro letti e battetele (Corano 4:34)”.
Lasceremo che l’Europa torni alle barbarie?
(da http://www.loccidentale.it)

Sono d'accordo con quanti sostengono che lo "scontro di civiltà" non esiste.
Per fare uno scontro bisogna essere almeno in due.

«Mi farò giustizia da sola»

«Tu ci devi scrivere sul giornale che se non fanno giustizia come si deve, io giustizia me la faccio da sola. Cosa direi al giudice? Gli direi che se l'avessero fatto a sua figlia vorrei vedere cosa faceva».
È trascorso meno di un mese dalla terribile notte al veglione alla Fiera di Roma, dall’aggressione selvaggia accanto ai bagni chimici portata a termine da un ragazzo con un tatuaggio sul collo, conosciuto qualche ora prima fra la musica techno e le luci della discoteca. E adesso è arrivato un altro duro colpo per la ragazza di Genzano. «Mi hanno abbandonata, lasciata sola. Ma come? Prima lo arrestano, danno la notizia a tutti, poi gli permettono di tornare a casa come se nulla fosse...».
A quella rabbia ora si è aggiunta altra rabbia. «Non bastava quello che ha dovuto subire — interviene la mamma —, adesso ci si mette anche la giustizia. Ma quale giustizia? Quella che permette a uno stupratore di uscire dal carcere dopo che ha confessato? Ma cos’è stato, una specie di messinscena? E noi?».
Il padre infine parla anche di una giustizia personale: «E' uno schifo, ma vedi cosa sta succedendo in questi giorni a Roma e tu lo cacci subito fuori… Io ho detto che lui tutte le sere quando va a dormire deve pensare domani che cosa mi può succedere, tutte le sere per tutta la vita, si può sposare, avere dei figli, tanto io lo aspetto non c'è problema».

Gli arresti domiciliari sono stati disposti dal gip Marina Finiti accogliendo la richiesta del pm Vincenzo Barba secondo il quale gli arresti domiciliari rappresentano una misura cautelare sufficiente tra l'altro in relazione sia all'incensuratezza del giovane, sia per il comportamento tenuto dal 22enne nel corso delle indagini che ha confessato (dopo 22 giorni!!!) ed è apparso consapevole e sofferente per il gesto compiuto.

E' vero, la giustizia americana fa proprio schifo, ancora con la pena di morte... che incivili!!

Restaurazione comunista italiana

Cinque, Nove, Undici.
Ieri Nichi Vendola ha annunciato formalmente il suo distacco da Rifondazione comunista, e la nascita di una nuova formazione, Rps, Rifondazione per la sinistra. Così i partiti comunisti nel nostro Paese, quelli più noti che son stati in Parlamento e aspirano a tornare almeno a Strasburgo in primavera, salgono a cinque. Ma in realtà nove, contando i meno noti di tradizione trotskista o maoista, che han comunque presentato il loro simbolo, con tanto di falce e martello, alle elezioni dell’anno scorso. E aggiungendo al conto anche quelli che tengono l’ideale nel cuore ma stanno ugualmente all’estrema sinistra, Sole che ride e Sinistra democratica, eccoci a undici.

Ma vi sembra un paese normale, radicato in Europa e nell’Occidente, quello dove i partiti comunisti fioriscono e si moltiplicano, invece di scomparire? Nemmeno in Africa e in America Latina, come nel Belpaese. C’è un posto al mondo - oltre Cina, Cuba e Corea del Nord ove son ben saldati al potere e ai privilegi - dove dirsi o esser stati comunisti sia un vanto e un merito? In ogni altro Paese civile e democratico il comunismo «realizzato» è colpa e vergogna, nessuno si sognerebbe di giustificare le stragi compiute da Lenin, da Trotsky, da Stalin e pure da Breznev.

Amen, è andata così. Ben arrivato anche il nuovo partito comunista, che si presenterà alle elezioni europee strappando almeno un paio di eurodeputati. Ma è davvero un paradosso e un’assurdità, contare - e mantenere - undici partiti di estrema sinistra di cui ben nove dichiaratamente «comunisti»? A ben pensarci, mica tanto. Almeno per l’unico Paese al mondo dove i postcomunisti sono riusciti ad andare al governo dopo la caduta del Muro di Berlino. E dove un postcomunista che aveva benedetto i carrarmati sovietici a Budapest è diventato presidente della Repubblica.

mercoledì 21 gennaio 2009

Il mondo è cambiato

Cari concittadini, mi trovo qui oggi con l'umiltà per il compito che è davanti a noi. Ringrazio il presidente Bush per il servizio alla Nazione.

Quarantaquattro americani a questo punto hanno fatto il giuramento presidenziale. Il compito che mi è stato affidato viene dal sacrificio dei nostri antenati. Il fatto che siamo nel mezzo di una crisi è ben noto, la Nazione è in guerra. I dati della crisi sono ben noti a tutti noi ed è una situazione figlia di avidità e irresponsabilità. Si apre una nuova era di responsabilità. Le sfide che dobbiamo affrontare sono reali, gravi e numerose. E' ora di rialzarsi, di togliersi la polvere di dosso e di darsi da fare abbiamo davanti a noi una nuova era di responsabilità.

Oggi si respira un clima di grande sfiducia, come ce si fosse il timore strisciante che il declino dell'america sia inevitabile. Sappiate questo Americani, tutti i problemi saranno affrontati. Siamo qui oggi perchè abbiamo scelto la speranza sulla paura. Ci siamo riuniti per porre fine alle lamentele meschine e alla false promesse, alle recriminazioni e ai dogmi consumati che per troppo tempo hanno strangolato la nostra politica. Restiamo una nazione giovane. Ma è il momento di mettere da parte le cose infantili. Bisogna rimboccarsi le maniche per ricostruire l'America, perchè dovunque guardiamo c'è lavoro da fare.

....

Siamo più uniti di prima, più forti di prima per affrontare e battere il terrorismo. A tutti coloro che perseguono i propri scopi con il terrore e l'assassinio degli innocenti possiamo dire...non sopravviverete, non durerete più a lungo, noi vi sconfiggeremo.

Al mondo musulmano: cerchiamo un modo nuovo per andare avanti basato sul rispetto reciproco e sul reciproco interesse. Ai leader che cercano di dare le colpe all'Occidente, sappiate che il vostro popolo vi giudicherà per quello che farete. Anche se mostrerete il pugno, noi vi tenderemo la mano. Ai popoli delle nazioni povere: ci impegnamo a lavorare con voi per dar da mangiare a tutti. E alle altre nazioni che vivono a un alto livello di benessere diciamo che non possiamo più permetterci di vedere questa povertà. Il mondo è cambiato e noi dobbiamo cambiare con lui.

Un uomo, il cui padre 60 anni fa non sarebbe stato neanche servito nei bar, è diventato presidente e oggi può pronunciare il giuramento più solenne. Questo è il significato della nostra libertà e del nostro credo: uomini, donne e bambini di ogni razza e ogni fede religiosa tutti insieme in questo luogo. Dio bendica gli Stati Uniti d'America.

Amen.
Si apre una nuova era, il mondo è cambiato... ma siamo già nel 2012??

giovedì 15 gennaio 2009

Il "pericolo somalo" di Ban Ki-Moon

L'Etiopia si ritira. Abbandona la Somalia. Lo aveva annunciato più volte. Ma oggi, alle prime luci dell'alba, dopo l'ennesimo scontro a colpi di mortaio con i miliziani islamici degli "al Shabaab" che ha lasciato sul terreno altri 11 civili, i 3000 soldati di Addis Abeba hanno abbandonato la più importante base di Mogadiscio e hanno iniziato a ritirarsi verso nord.

L'Etiopia ritira le sue truppe e lascia la Somalia in mano agli islamici.

16.000 morti negli ultimi 2 anni e la fuga di oltre 1 milione di persone.
Chi ha eroso sempre più territorio, costringendo Addis Abeba ad una difesa disperata, sono stati soprattutto gli estremisti islamici.
Milizie che asseriscono di voler riportare ordine in questo inferno. Ma applicando in modo radicale la sharia, la legge islamica. Nelle zone già sotto il loro controllo sono state spente le tv, chiusi i piccoli cinema dove i somali amano andare nelle ore più calde, imporre il velo ad una popolazione femminile tradizionalmente laica. Se dovessero prevalere, la Somalia si trasformerebbe nel nuovo avamposto di al Qaeda nel Corno d'Africa.

Con il ritiro delle truppe etiopiche si crea una vuoto pericolosissimo. Sul terreno restano solo 3500 soldati ugandesi e burundesi che l'Unione africana ha spedito sul posto undici mesi fa. Sia Kampala sia Bujumbura hanno fatto sapere nei giorni scorsi di non essere disposti a restare altro tempo. Temono di rimanere impantanati in un Paese che ha visto fallire ogni missione di pace. Se non arriveranno altri soldati di rinforzo - ne sono stati chiesti altri cinquemila - lasceranno la Somalia nel giro di un mese. L'Unione africana non ha più soldi. Non è in grado di finanziare altre missioni.

Ha chiesto aiuto all'Onu. Gli Usa hanno già pronta la bozza di una risoluzione che chiede l'invio di una forza di pace di altri 6000 caschi blu. Ma si sa che il segretario generale Ban Ki-Moon è contrario: sostiene che la Somalia sia troppo pericolosa.

Forse i 1.000 morti in terra palestinese sono più "importanti" dei 16.000 somali.
Forse in Palestina rischia di prevalere la parte "sbagliata".


"I soldi svaniscono, la parola di Dio no"

"Vediamo adesso nel crollo delle grandi banche che i soldi svaniscono, sono niente, e tutte queste cose che sembrano vere in realtà sono di secondo ordine".
Lo ricordi chi "costruisce solo sulle cose visibili, come il successo, la carriera, i soldi".
Lo ha detto il Papa, parlando a braccio, in apertura dei lavori del sinodo dei vescovi sulla Bibbia. "Solo la parola di Dio - ha detto - è una realtà solida".

La Città del Vaticano si estende su 44 ettari di terreno. Ha 911 residenti di cui 532 cittadini, il cui reddito pro-capite ammonta a 407.095 euro. Non produce beni e i suoi servizi sono per lo più gratuiti. La sua economia (con i suoi profitti) si basa sugli investimenti, mobili e immobili, sul patrimonio esistente, le rendite e sulle rimesse delle diocesi sparse nel mondo; sono 4.649 riunite in 110 Conferenze Episcopali. Il bilancio di tutto questo è tenuto dall'Apsa (Amministrazione patrimonio sede apostolica) e la Prefettura per gli Affari economici lo controlla.
A quest'ultima è anche demandato il compito di controllare i bilanci dello Ior (l'Istituto per le opere religiose), la banca Vaticana. Ogni diocesi inoltre gestisce un patrimonio a sé. Fatto di immobili, titoli e offerte dei fedeli.

Oggi lo Ior amministra un patrimonio stimato di 5 miliardi di euro e funziona come un fondo chiuso. In pratica, ha rendimenti da hedge fund, visto che ai suoi clienti garantisce interessi medi annui superiori al 12%. Anche per depositi di lieve consistenza. Un esempio? La Jcma, un’associazione di medici cattolici giapponesi, nel 1998 ha depositato 35mila dollari presso la banca vaticana. A 4 anni di distanza si è ritrovata sul conto quasi 55mila dollari: il 56% in più. E se i clienti guadagnano il 12% medio annuo, vuol dire che i fondi dell’Istituto rendono ancora di più. Quanto, però, non è dato saperlo.

Quindi lo Ior investe bene. Secondo un rapporto del giugno 2002 del Dipartimento del Tesoro americano, basato su stime della Fed, solo in titoli Usa il Vaticano ha 298milioni di dollari: 195 in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine (49milioni in bond societari, 36milioni in emissioni delle agenzie governative e 17milioni in titoli governativi) più 1 milione di euro in obbligazioni a breve del Tesoro.
Basta un esempio per capire dove i segreti vengono conservati: le Isole Cayman, il paradiso fiscale caraibico, spiritualmente guidato dal cardinale Adam Joseph Maida che, tra l’altro, siede nel collegio di vigilanza dello Ior. Le Cayman sono state sottratte al controllo della diocesi giamaicana di Kingston per essere proclamate Missio sui iuris, alle dipendenze dirette del Vaticano.

I soldi svaniscono, ma i Val€uri cattolici si moltiplicano, anche in tempi di crisi.

martedì 13 gennaio 2009

Fortuna che c'è l'onu

E' arrivata ieri l'ennesima condanna per violazione dei diritti umani a Gaza attribuita all'esercito israeliano e partorita dalla Commissione diritti umani dell'Onu.
Nella risoluzione non si fa neppure cenno ad Hamas né tantomeno al lancio continuo di razzi Kassam e Grad sulle città di confine israeliane. In compenso si esprime una "forte" condanna dell'operazione militare israeliana a Gaza, denunciando le "massicce" violazioni commesse ai danni dei palestinesi.

La Convenzione sui diritti dell'infanzia rappresenta lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia.
Contempla l'intera gamma dei diritti e delle libertà attribuiti anche agli adulti (diritti civili, politici, sociali, economici, culturali).
Costituisce uno strumento giuridico vincolante per gli Stati che la ratificano, oltre ad offrire un quadro di riferimento organico nel quale collocare tutti gli sforzi compiuti in cinquant'anni a difesa dei diritti dei bambini.
La Convenzione è stata approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre del 1989 a New York ed è entrata in vigore il 2 settembre 1990.
(UNICEF - La Convenzione ONU sui Diritti dell'Infanzia)

Nel condannare Israele, avranno visto come i "resistenti" di Hamas, democraticamente eletti, istruiscono i loro bambini e "rispettano" la Convenzione?

Il miracolo del Gargano

Più di 15 milioni i devoti in tutto il mondo.
Sono stati censiti ben 2.112 gruppi di preghiera, 1.897 dei quali in Italia, 75 in Inghilterra, 74 negli Stati Uniti, 66 in Francia.

San Giovanni Rotondo (Foggia), paesone collocato in mezzo al promontorio del Gargano, a 560 metri d’altezza, e fatto cingere di mura dall’imperatore Federico II di Svevia nel 1220, ha scavalcato Fatima e Lourdes come prima meta di pellegrinaggio europea, e ora tallona il santuario messicano della Signora di Guadalupe per il primato mondiale.
Non esistono disoccupati nell’area di San Giovanni Rotondo.
Gli occupati negli alberghi, nei 110 ristoranti e pizzerie e nei 132 bar di San Giovanni sono 2.600. Soltanto per i pasti, si stima che i pellegrini spendano 50 milioni di euro all’anno. Gli hotel attivi sono 100, ma non bastano: se ne stanno costruendo un’altra trentina, per arrivare a 7.500 posti letto. Poi ci sono un centinaio di affittacamere.
I negozi del paese di Padre Pio sono più di 1.000, e a un numero eguale ammontano gli oggetti che vendono: penne, orologi, fazzoletti, magliette, statue. Queste ultime sono di tutte le misure: dai pochi centimetri fino a quelle in altezza naturale (il frate era alto un metro e 70). Uno dei risultati concreti della santificazione è che d’ora in poi le statue di San Pio potranno essere esposte dentro tutte le chiese del mondo, che attorno alla sua testa potrà essere disegnata l’aureola, e che gli potranno essere dedicati anche chiese, cappelle e altari. Si prevedono quindi grossi sviluppi produttivi per il comparto statue. Completano l’oggettistica bottiglie, posacenere e generi alimentari con l’immagine del frate, oltre ai tradizionali oggetti sacri. Alcuni rosari sono profumati di viole, l’odore che pare si diffondesse quando avvenivano i suoi miracoli. Ben 200 sono i libri che narrano la vita di Padre Pio, biografie sacre dove sono contenuti i racconti dei suoi poteri soprannaturali, delle persecuzioni subite, dei luoghi dove ha vissuto e dei miracoli. Si tratta in gran parte di agiografie, e ora ci sono pure diversi cd-rom.
Non potevano mancare una rete Tv e un’emittente radiofonica: Tele Radio Padre Pio.

Il giro d’affari complessivo di questa vera e propria industria è di 600 milioni di euro annui.

In tutto questo estroso festival che coniuga felicemente sacro e profano, c’è un solo dimenticato: Pietrelcina, il paese a dodici chilometri da Benevento dove Pio Forgione nacque, ebbe le prime visioni, e a 23 anni ricevette le stimmate sulle mani mentre pregava sotto un albero (visitabile). A Pietrelcina, in effetti, arrivano solo le briciole della marea umana che affolla San Giovanni Rotondo: poche decine di migliaia di pellegrini all’anno. Eppure c’è un convento di frati minori cappuccini pure qui, e più qui che a San Giovanni si respira l’aria di frugalità della vita contadina di fine Ottocento.
San Pio da Pietrelcina, pensaci tu.

Qualche dato per cominciare

URSS 20 milioni
Cina 65 milioni
Vietnam 1 milione
Corea del Nord 2 milioni
Cambogia 2 milioni
Europa dell'est 1 milione
America latina 150 mila
Africa 1,7 milioni
Afghanistan 1,5 milioni
Movimento comunista internazionale e partiti comunisti non al potere 10 mila.

Poco meno di 95 milioni.
Di morti.
Come?
Gulag, Laogai, killing fields, Foibe e chissà quali e quanti altri luoghi e forme di terrore.
A quale scopo?
"La creazione di una società in cui sia abolita la proprietà privata dei mezzi di produzione e la distribuzione dei beni sia attuata in funzione dei bisogni di ciascun membro della società.
La vera risoluzione dell'antagonismo tra la natura e l'uomo, tra l'uomo e l'uomo, la vera risoluzione della contesa tra l'esistenza e l'essenza, tra l'oggettivazione e l'autoaffermazione, tra la libertà e la necessità, tra l'individuo e la specie. È la soluzione dell'enigma della storia, ed è consapevole di essere questa soluzione.
Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente".
(Karl Marx e Friedrich Engels).

In paesi come la Cina, la Corea del Nord, Cuba ancora oggi si è convinti di aver trovato la soluzione dell'enigma della storia.

E in Italia? Claudio Grassi, numero due di Rifondazione Comunista:
"La crisi si è manifestata in modo forte, violento. Dalla borsa alla finanza si è trasferita all'economia reale. I dati Istat, fonte ufficiale, parlano chiaro. Cresce la cassa integrazione, diminuisce l'occupazione, diminuisce la produzione industriale, sono sempre di più coloro che non arrivano alla fine del mese, più del cinque per cento della popolazione ha denunciato una insufficienza di risorse per acquistare cibo.
La sinistra alternativa a partire da Rifondazione ha preso iniziative in controtendenza come la manifestazione dell'11 ottobre.
Dobbiamo andare avanti con le lotte, individuare problemi, avanzare proposte per reperire risorse, partire dai bisogni delle fasce più deboli, dei lavoratori, dei salariati, dei pensionati, dei giovani, delineare un programma per uscire dalla crisi in modo nuovo, alternativo appunto.
Il bisogno di comunismo è oggi più che mai attuale".

Non ci facciamo mancare niente.

lunedì 12 gennaio 2009

Tutti al cinema!!!

Titolo originale: 2012
Regia: Roland Emmerich
Cast: John Cusack, Thandie Newton, Woody Harrelson, Oliver Platt, Danny Glover , Amanda Peet
Uscita: 10 luglio 2009
Il titolo di questo film catastrofico deriva dalle leggende Maya secondo le quali nel dicembre 2012 il Mondo, così come lo conosciamo, finirà. A causa di un terribile cataclisma, l'intera popolazione della Terra è in pericolo. Mentre i Potenti progettano di lasciare il Pianeta a bordo di enormi astronavi, un padre divorziato (Cusack) che sta tentando di sfondare come scrittore mentre lavora come autista troverà il modo di sopravvivere assieme alla sua ex-moglie (Peet) e a un uomo che aveva previsto questo cataclisma (Harrelson).

Dopo tutti quei libri un bel film ci voleva. Adesso ci vuole qualche partecipazione al Costanzo show...

"Se torna libero lo ammazzo con le mie mani"

«In questo schifoso Paese che si chiama Italia la Giustizia non esiste più per nessuno. Lo dico a tutti quanti, pubblicamente, fatevi giustizia da soli come farò io un domani se questo qui tornerà libero». La sentenza è stata pronunciata da pochi istanti quando la rabbia di Rocco Multari, il padre della giovane assassinata da Luca Delfino, esplode. Già nell’aula aveva digrignato tra i denti, rivolto al giudice, un incontenibile «è una vergogna». E Rocco è un fiume in piena: «Questa sentenza è una vergogna per la legge italiana, ho sbagliato a fidarmi di questi balordi che rappresentano tutta la giustizia italiana».

La moglie Rosa è in lacrime: «Hanno ammazzato mia figlia per la seconda volta, vigliacchi, la vita di mia figlia non vale solo sedici anni». Ieri la famiglia di Antonella si aspettava una condanna esemplare. La battaglia in memoria della loro ragazza ha portato mamma e papà in questo anno e mezzo ad appelli alle più alte cariche dello Stato ma ieri le aspettative, che non dovevano per forza chiamarsi ergastolo, sono crollate in un istante. «Quello di Antonella è stato un delitto annunciato, e continueremo a ripeterlo. Lei Luca l’aveva denunciato, era indagato per omicidio e la polizia le telefonate minatorie che faceva con nostra figlia le aveva ascoltate e segnalate anche alla procura di Genova. Perché non sono intervenuti prima e lo hanno fermato? Adesso continuano a dirci che è socialmente pericoloso, molto pericoloso. Secondo noi c’erano gli estremi per saperlo o comunque capirlo già prima».

Il momento di uccidere

"Hanno picchiato a sangue e violentato sua figlia. Carl Lee Hailey è nero ed è un eroe del Vietnam; loro sono due bianchi, ubriachi e razzisti. Li uccide, in preda ad una furia selvaggia, davanti a numerosi testimoni. Si tratta di brutale omicidio o esecuzione esemplare? Vendetta o giustizia?"

"Il momento di uccidere" è un film statunitense del 1996, diretto dal regista Joel Schumacher, tratto dall'omonimo romanzo di John Grisham.
Sono contrario alla pena di morte definita come "l'uccisione di un individuo ordinata da un tribunale in seguito ad una condanna".
Sono favorevole alla eliminazione fisica delle bestie.

The Force of Reason dedica "Il momento di uccidere" a tutte le persone che aspettano giustizia.

domenica 11 gennaio 2009

Mancano meno di 4 anni... prepariamoci

"Secondo studi da noi effettuati ed informazioni pervenuteci da svariate fonti, il 21 dicembre del 2012 la rotazione della nostra Terra sul proprio asse subirà una fermata che durerà 72 ore per poi riprendere a ruotare in senso inverso, con la conseguente inversione dei poli magnetici. Questa fermata darà probabilmente luogo a eventi climatici e sismici anomali di grandi proporzioni e l’umanità subirà molte perdite."
(http://www.progetto2012.it)

Non c’è tempo da perdere. Meno di quattro anni e il mondo non ci sarà più. Finito da un giorno all’altro. Lo dice la profezia più famosa di tutti i tempi, firmata dall’antica civiltà Maya, che su queste cose non amava scherzare: nel 2012 è meglio non abbiate debiti in sospeso con nessuno perchè non ce n’è più. Per questo mi sono messo lì a lavorare per voi. Con il poco tempo che c’è rimasto a disposizione dobbiamo radunare idee, proposte ed esperienze da vivere prima che sia troppo tardi. Poi non dite che non vi avevo avvertito.
Quindi, per tutti quelli che:
  • hanno le tavolette, ma la comunità scientifica si adopera per mantenere rigorosamente il segreto,
  • la X non è un pareggio, ma un pianeta che ci viene addosso (ma Bruce Willis che fine ha fatto???),
  • il 21/12/2012 è la data programmata da un popolo di alieni per invadere la Terra (parola di Mulder... e Scully???),
  • hanno letto tutti i libri sull'argomento (a pagamento, guarda caso http://www.macrolibrarsi.it/_dicembre_2012_.php)...
un mese prima è il mio compleanno, fateVi un bel regalo.
Visto che avete poca speranza di sopravvivere, mi mandate tutto quello che avete ed il vostro gesto sarà ricordato fino all'arrivo del pianeta Y (o come diceva il grande Massimo, "Ciò che facciamo in vita, riecheggia nell'eternità").

Se per caso ho ragione io...

parto il giorno dopo e forse torno.

Ma se fosse come dite voi, bene, vorrà dire che nel 2012 ci risparmiamo la rottura di palle dei regali di Natale.

Un saluto festoso a tutti (terrestri e non).

venerdì 9 gennaio 2009

Stuprata. Sventrata dalla madre per farla abortire

"L’orrore giornaliero che devono sopportare le donne musulmane non finisce mai di angosciarmi.
A volte mi chiedo se i loro uomini, padri, mariti e fratelli abbiano qualcosa di umano, una scintilla che li renda degni di essere ritenuti tali. E mi chiedo come possano certe donne musulmane che hanno già provato sulla propria pelle le torture di una società barbara, misogina e crudele, imporle alle proprie figlie.
Mi chiedo come possa un padre strozzare la figlia quattordicenne perché crede sia incinta o come possano una madre ed un fratello aprire il ventre con un coltellaccio ad una ragazzina, rimasta incinta dopo essere stata stuprata, per farla “abortire” in modo da non macchiare l’onore della famiglia.
La povera ragazza aveva tenuto nascosta la gravidanza per ragioni lampanti ma “due giorni fa in famiglia si è venuti a conoscenza dello scandalo, la madre e il fratello hanno legato la ragazza per le mani e per i piedi, l'hanno trascinata nella stalla, le hanno aperto il ventre con una lama e hanno tirato via il feto di cinque mesi. La ferita è stata quindi ricucita con un ago utilizzato per chiudere i sacchi della farina.
Una “cosa” legata e sventrata come un animale e ricucita come un sacco di farina, incuranti del terribile dolore che le si infligge. E’ agghiacciante.
Non pagheranno questa brava madre e questo solerte fratello come non pagherà il padre che ha strozzato la figlia perché una sera ha avuto un po’ di nausea, in un paese dove bere una birra o mostrare qualche centimetro di pelle può costare molto caro.
La sharia ammette qualsiasi obbrobrio se è perpetrato per “salvare l’onore” e considera il padre proprietario della vita dei figli e la sharia è legge, come il nostro codice penale, nella maggioranza degli stati musulmani... ."
Orpheus

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