Più di 15 milioni i devoti in tutto il mondo.
Sono stati censiti ben 2.112 gruppi di preghiera, 1.897 dei quali in Italia, 75 in Inghilterra, 74 negli Stati Uniti, 66 in Francia.
San Giovanni Rotondo (Foggia), paesone collocato in mezzo al promontorio del Gargano, a 560 metri d’altezza, e fatto cingere di mura dall’imperatore Federico II di Svevia nel 1220, ha scavalcato Fatima e Lourdes come prima meta di pellegrinaggio europea, e ora tallona il santuario messicano della Signora di Guadalupe per il primato mondiale.
Non esistono disoccupati nell’area di San Giovanni Rotondo.
Gli occupati negli alberghi, nei 110 ristoranti e pizzerie e nei 132 bar di San Giovanni sono 2.600. Soltanto per i pasti, si stima che i pellegrini spendano 50 milioni di euro all’anno. Gli hotel attivi sono 100, ma non bastano: se ne stanno costruendo un’altra trentina, per arrivare a 7.500 posti letto. Poi ci sono un centinaio di affittacamere.
I negozi del paese di Padre Pio sono più di 1.000, e a un numero eguale ammontano gli oggetti che vendono: penne, orologi, fazzoletti, magliette, statue. Queste ultime sono di tutte le misure: dai pochi centimetri fino a quelle in altezza naturale (il frate era alto un metro e 70). Uno dei risultati concreti della santificazione è che d’ora in poi le statue di San Pio potranno essere esposte dentro tutte le chiese del mondo, che attorno alla sua testa potrà essere disegnata l’aureola, e che gli potranno essere dedicati anche chiese, cappelle e altari. Si prevedono quindi grossi sviluppi produttivi per il comparto statue. Completano l’oggettistica bottiglie, posacenere e generi alimentari con l’immagine del frate, oltre ai tradizionali oggetti sacri. Alcuni rosari sono profumati di viole, l’odore che pare si diffondesse quando avvenivano i suoi miracoli. Ben 200 sono i libri che narrano la vita di Padre Pio, biografie sacre dove sono contenuti i racconti dei suoi poteri soprannaturali, delle persecuzioni subite, dei luoghi dove ha vissuto e dei miracoli. Si tratta in gran parte di agiografie, e ora ci sono pure diversi cd-rom.
Non potevano mancare una rete Tv e un’emittente radiofonica: Tele Radio Padre Pio.
Il giro d’affari complessivo di questa vera e propria industria è di 600 milioni di euro annui.
In tutto questo estroso festival che coniuga felicemente sacro e profano, c’è un solo dimenticato: Pietrelcina, il paese a dodici chilometri da Benevento dove Pio Forgione nacque, ebbe le prime visioni, e a 23 anni ricevette le stimmate sulle mani mentre pregava sotto un albero (visitabile). A Pietrelcina, in effetti, arrivano solo le briciole della marea umana che affolla San Giovanni Rotondo: poche decine di migliaia di pellegrini all’anno. Eppure c’è un convento di frati minori cappuccini pure qui, e più qui che a San Giovanni si respira l’aria di frugalità della vita contadina di fine Ottocento.
San Pio da Pietrelcina, pensaci tu.
Sono stati censiti ben 2.112 gruppi di preghiera, 1.897 dei quali in Italia, 75 in Inghilterra, 74 negli Stati Uniti, 66 in Francia.
San Giovanni Rotondo (Foggia), paesone collocato in mezzo al promontorio del Gargano, a 560 metri d’altezza, e fatto cingere di mura dall’imperatore Federico II di Svevia nel 1220, ha scavalcato Fatima e Lourdes come prima meta di pellegrinaggio europea, e ora tallona il santuario messicano della Signora di Guadalupe per il primato mondiale.
Non esistono disoccupati nell’area di San Giovanni Rotondo.
Gli occupati negli alberghi, nei 110 ristoranti e pizzerie e nei 132 bar di San Giovanni sono 2.600. Soltanto per i pasti, si stima che i pellegrini spendano 50 milioni di euro all’anno. Gli hotel attivi sono 100, ma non bastano: se ne stanno costruendo un’altra trentina, per arrivare a 7.500 posti letto. Poi ci sono un centinaio di affittacamere.
I negozi del paese di Padre Pio sono più di 1.000, e a un numero eguale ammontano gli oggetti che vendono: penne, orologi, fazzoletti, magliette, statue. Queste ultime sono di tutte le misure: dai pochi centimetri fino a quelle in altezza naturale (il frate era alto un metro e 70). Uno dei risultati concreti della santificazione è che d’ora in poi le statue di San Pio potranno essere esposte dentro tutte le chiese del mondo, che attorno alla sua testa potrà essere disegnata l’aureola, e che gli potranno essere dedicati anche chiese, cappelle e altari. Si prevedono quindi grossi sviluppi produttivi per il comparto statue. Completano l’oggettistica bottiglie, posacenere e generi alimentari con l’immagine del frate, oltre ai tradizionali oggetti sacri. Alcuni rosari sono profumati di viole, l’odore che pare si diffondesse quando avvenivano i suoi miracoli. Ben 200 sono i libri che narrano la vita di Padre Pio, biografie sacre dove sono contenuti i racconti dei suoi poteri soprannaturali, delle persecuzioni subite, dei luoghi dove ha vissuto e dei miracoli. Si tratta in gran parte di agiografie, e ora ci sono pure diversi cd-rom.
Non potevano mancare una rete Tv e un’emittente radiofonica: Tele Radio Padre Pio.
Il giro d’affari complessivo di questa vera e propria industria è di 600 milioni di euro annui.
In tutto questo estroso festival che coniuga felicemente sacro e profano, c’è un solo dimenticato: Pietrelcina, il paese a dodici chilometri da Benevento dove Pio Forgione nacque, ebbe le prime visioni, e a 23 anni ricevette le stimmate sulle mani mentre pregava sotto un albero (visitabile). A Pietrelcina, in effetti, arrivano solo le briciole della marea umana che affolla San Giovanni Rotondo: poche decine di migliaia di pellegrini all’anno. Eppure c’è un convento di frati minori cappuccini pure qui, e più qui che a San Giovanni si respira l’aria di frugalità della vita contadina di fine Ottocento.
San Pio da Pietrelcina, pensaci tu.
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