«In questo schifoso Paese che si chiama Italia la Giustizia non esiste più per nessuno. Lo dico a tutti quanti, pubblicamente, fatevi giustizia da soli come farò io un domani se questo qui tornerà libero». La sentenza è stata pronunciata da pochi istanti quando la rabbia di Rocco Multari, il padre della giovane assassinata da Luca Delfino, esplode. Già nell’aula aveva digrignato tra i denti, rivolto al giudice, un incontenibile «è una vergogna». E Rocco è un fiume in piena: «Questa sentenza è una vergogna per la legge italiana, ho sbagliato a fidarmi di questi balordi che rappresentano tutta la giustizia italiana».
La moglie Rosa è in lacrime: «Hanno ammazzato mia figlia per la seconda volta, vigliacchi, la vita di mia figlia non vale solo sedici anni». Ieri la famiglia di Antonella si aspettava una condanna esemplare. La battaglia in memoria della loro ragazza ha portato mamma e papà in questo anno e mezzo ad appelli alle più alte cariche dello Stato ma ieri le aspettative, che non dovevano per forza chiamarsi ergastolo, sono crollate in un istante. «Quello di Antonella è stato un delitto annunciato, e continueremo a ripeterlo. Lei Luca l’aveva denunciato, era indagato per omicidio e la polizia le telefonate minatorie che faceva con nostra figlia le aveva ascoltate e segnalate anche alla procura di Genova. Perché non sono intervenuti prima e lo hanno fermato? Adesso continuano a dirci che è socialmente pericoloso, molto pericoloso. Secondo noi c’erano gli estremi per saperlo o comunque capirlo già prima».
La moglie Rosa è in lacrime: «Hanno ammazzato mia figlia per la seconda volta, vigliacchi, la vita di mia figlia non vale solo sedici anni». Ieri la famiglia di Antonella si aspettava una condanna esemplare. La battaglia in memoria della loro ragazza ha portato mamma e papà in questo anno e mezzo ad appelli alle più alte cariche dello Stato ma ieri le aspettative, che non dovevano per forza chiamarsi ergastolo, sono crollate in un istante. «Quello di Antonella è stato un delitto annunciato, e continueremo a ripeterlo. Lei Luca l’aveva denunciato, era indagato per omicidio e la polizia le telefonate minatorie che faceva con nostra figlia le aveva ascoltate e segnalate anche alla procura di Genova. Perché non sono intervenuti prima e lo hanno fermato? Adesso continuano a dirci che è socialmente pericoloso, molto pericoloso. Secondo noi c’erano gli estremi per saperlo o comunque capirlo già prima».
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