venerdì 9 gennaio 2009

Stuprata. Sventrata dalla madre per farla abortire

"L’orrore giornaliero che devono sopportare le donne musulmane non finisce mai di angosciarmi.
A volte mi chiedo se i loro uomini, padri, mariti e fratelli abbiano qualcosa di umano, una scintilla che li renda degni di essere ritenuti tali. E mi chiedo come possano certe donne musulmane che hanno già provato sulla propria pelle le torture di una società barbara, misogina e crudele, imporle alle proprie figlie.
Mi chiedo come possa un padre strozzare la figlia quattordicenne perché crede sia incinta o come possano una madre ed un fratello aprire il ventre con un coltellaccio ad una ragazzina, rimasta incinta dopo essere stata stuprata, per farla “abortire” in modo da non macchiare l’onore della famiglia.
La povera ragazza aveva tenuto nascosta la gravidanza per ragioni lampanti ma “due giorni fa in famiglia si è venuti a conoscenza dello scandalo, la madre e il fratello hanno legato la ragazza per le mani e per i piedi, l'hanno trascinata nella stalla, le hanno aperto il ventre con una lama e hanno tirato via il feto di cinque mesi. La ferita è stata quindi ricucita con un ago utilizzato per chiudere i sacchi della farina.
Una “cosa” legata e sventrata come un animale e ricucita come un sacco di farina, incuranti del terribile dolore che le si infligge. E’ agghiacciante.
Non pagheranno questa brava madre e questo solerte fratello come non pagherà il padre che ha strozzato la figlia perché una sera ha avuto un po’ di nausea, in un paese dove bere una birra o mostrare qualche centimetro di pelle può costare molto caro.
La sharia ammette qualsiasi obbrobrio se è perpetrato per “salvare l’onore” e considera il padre proprietario della vita dei figli e la sharia è legge, come il nostro codice penale, nella maggioranza degli stati musulmani... ."
Orpheus

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